Qualità della vita, Piacenza perde altre cinque posizioni: 22esima in Italia

 A Piacenza si vive peggio. Secondo l'annuale rapporto del quotidiano economicao Il Sole 24 Ore la nostra città è al 22esimo posto in Italia come qualità della vita e fa registrare un calo di cinque posizioni rispetto allo scorso anno. Prima di Piacenza quasi tutte le province emiliano-romagnole e da sottolineare che è proprio dell'Emilia-Romagna la città vincitrice e cioè Ravenna. 
Il Rapporto giunto quest'anno alla 25esima edizione vuole indagare attraverso dati statistici come si vive nelle diverse aree del territorio, mettendole a confronto in una classifica finale con tanto di punteggio.
Sei sono le macroaree prese in considerazione: tenore di vita; affari/lavoro; servizi/ambiente/salute; popolazione; ordine pubblico; tempo libero.
Ciascuna delle sei aree comprende sei indicatori (per un totale di 36): ad esempio nel tenore di vita compaiono i redditi; in affari/lavoro il tasso di occupazione; nella popolazione gli anni medi di studio dei residenti; nei servizi/ambiente gli asili; nell'ordine pubblico rapine e borseggi; nel tempo libero l'indice di sportività e le librerie.
Quanto alla metodologia, le province sono messe in classifica per ogni indicatore con un relativo punteggio. Questo punteggio viene utilizzato per le classifiche delle sei macroaree e quindi per la graduatoria finale. Con una provincia sul podio e una maglia nera: la città d’Italia dove si vive meglio e quella dove si vive peggio.

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Piacenza ha totalizzato 567 punti. Arrivando, come detto, al 22esimo posto rispetto al 17esimo del 2013, quindi scendendo di ben 5 posizioni. 

Guardando la classifica dell'edizione 2014 nel suo insieme, si osserva una top ten composta prevalentemente da realtà medie o piccole, del Nord Est, montane. E il modello emiliano-romagnolo – nonostante gli scricchiolii avvertiti con la forte astensione alle elezioni regionali di domenica scorsa – dimostra in fin dei conti di tenere, visto che altre tre province accompagnano Ravenna tra le prime dieci (Modena, Reggio Emilia e Bologna).
Buoni i risultati del Centro, in particolare delle province toscane (Siena è nona e Livorno 11ª). Il Mezzogiorno riesce a spingersi nella prima parte della classifica solo con le province sarde (Olbia-Tempio, Sassari e Nuoro). Per il resto anche questa volta deve rassegnarsi alla parte bassa, dove prevalgono province siciliane, calabresi e pugliesi. Napoli, ultima nella scorsa edizione, guadagna il 96° posto.
Quanto alle due maggiori, entrambe segnano progressi: Milano scala due posti e arriva ottava, Roma ne risale otto e occupa il 12° gradino. Più o meno stabili le altre, avvantaggiate da pagelle accettabili – nonostante il difficile momento congiunturale – nelle aree tematiche più riferite all'economia, ma come sempre con risultati poco soddisfacenti alla voce sicurezza.