La questione sfratti si apre anche a Piacenza, con il caso emblematico che si è consumato in mattinata nella zona di via Boselli. E’ qui che una famiglia, composta da madre e padre, oltre a tre figli minori, tutti di origine marocchina, ha resistito allo cacciata prevista dalla proprietaria di casa, visto che da un anno e mezzo non era più in grado di pagare l’affitto.
Una resistenza che è stata possibile anche grazie al consigliere Carlo Pallavicini del Nap (Network Antagonista piacentino) supportato da alcuni colleghi del padre, che ha perso il lavoro da qualche tempo in una nota azienda che opera nel settore della logistica.
Lavoro che è venuto meno anche per la moglie, sua connazionale, che invece prestava servizio come cameriera per una pizzeria cittadina. “Vogliamo pagare, chiediamo tempo fino a febbraio. Solo questo. Stiamo cercando un altro impiego, mio marito l’ha ritrovato, però se usciamo adesso saremo in mezzo a uno strada con tre bambini piccoli” ha detto la donna, visibilmente scossa. Sì, perché durante il tentativo di sgombero, attuato dagli ufficiali giudiziari, pare che sia volato qualche spintone, sia stata alzata la voce e la bambina, spaesata, sia sia sentita male.
“Abbiamo fatto domanda per le case popolari e ne abbiamo diritto, mio marito ha il permesso di soggiorno da meno di due anni e io da due anni. Ma quando l’abbiamo fatta era scaduto anche il foglio della disoccupazione di lui – ha spiegato la giovane marocchia – adesso chiediamo solo tempo fino a febbraio, perché è prevista per quella data l’assegnazione di un alloggio Acer”.
E ha chiesto, nel frattempo, aiuto anche all’assistenze sociale, però senza risultato: “Mi hanno chiuso la porta in faccia, perché quando c’è uno sfratto hanno deddo solo che devono prendere in carico i bambini”.
Una famiglia che ha sempre pagato, dal 2012 all’ottobre 2013. Poi, quando entrambi hanno perso il posto, sono arrivati i problemi. Da un anno e mezzo sono morosi e per questo la titolare dell’appartamento, Patrizia Paciotti, ha chiesto lo sfratto. “Ma non abbiamo un posto dove andare, per questo abbiamo chiesto alla titolare un po’ di tempo ma non ha voluto accettare”.
Netto, invece, il consigliere Carlo Pallavicini una volta tornata la calma: “L’umanità viene prima della legalità”. E ha aggiunto: “E’ la pietra angolare delle contraddizioni del territorio. Dopo essere stato licenziato l’uomo ha ritrovato lavoro, sempre nella logistica, però le lungaggini burocratiche hanno esposto lui, la moglie e tre minorenni a una situazione di sfratto rischiando di farli finire in mezzo a una strada. Noi abbiamo opposto solidarietà a questa situazione, riuscendo a rimandare lo sfratto”.