A Rio Comune si è svolta una festa dell’albero tutta speciale

 Un gruppo di amici di Legambiente si è riunito sabato pomeriggio, in occasione della festa dell’albero,  nell’area adiacente la strada provinciale tra Gossolengo e loc.  Rossia per lanciare un “messaggio in bottiglia”, nel mare di indifferenza e trascuratezza che avvolge il patrimonio vegetale urbano ed extra-urbano.

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Mai luogo poteva essere più simbolico, a due passi dallo scempio di centinaia di alberi e del corridoio ecologico costituito dai canali gestiti dal Consorzio di Bonifica, ed in specifico del Rio Comune, in questi mesi oggetto di un intervento di impermeabilizzazione molto costosa e la cui utilità è tutta da dimostrare.

La piantumazione è stata autorizzata dall’Amministrazione Provinciale, sulla propria porzione di terreno, con due esemplari di pioppi bianchi e alcune piccole piantine di quercia, viburno e frassino, a rispettosa distanza dalla strada, come prescrive il relativo Codice. Il gruppo di  “amici degli alberi” , armatosi di vanghe e badili, ha inteso compiere un gesto concreto, come anticipo ed invito ad un progetto che Legambiente, insieme a cittadini, intende proporre all’amministrazione comunale di Gossolengo e Provinciale, con cui è già in contatto. Un  progetto di ripristino del filare lungo il Rio, appena tagliato,  e di riqualificazione ambientale di tutti i reliquati e delle aree verdi presenti lungo la futura pista ciclabile che “dovrebbe” (ma quando?) collegare Piacenza con Rivergaro, a due passi dal Parco del Trebbia.

Una pista ciclabile che dovrebbe svolgere il ruolo di collegamento per una mobilità sostenibile fra comuni abitati da sempre più persone che gravitano,  per lavoro e studio, sulla città ma anche il ruolo di volano turistico per migliaia di escursionisti che, da Piacenza o dalle province limitrofe, si inerpicano sulle colline della val Trebbia e della Val Luretta, alimentando un indotto che andrebbe maggiormente indagato e sviluppato. Creare aree di sosta piantumate e attrezzate, non rappresenterebbe solo un regalo all’ambiente ma anche un elemento di attrazione per un patrimonio di vie d’acqua e di mulini, fino e oltre Ca’ Buschi, oggi in gran parte abbandonati ma di potenziale interesse ambientale, culturale e turistico.

Se son rose fioriranno. Intanto Legambiente, e le persone oggi felicemente riunite per questo piccolo ma significativo gesto, intende lanciare la proposta ad altri volontari per costituire un gruppo di “amici degli alberi” che si impegnino a riqualificare altre aree degradate o abbandonate, in città e  lungo le strade o i canali,  per trasformarle in “giardini della speranza”. Sia per rendere più gradevoli  e belli i luoghi dove viviamo e che, non essendo oggetto di  valorizzazione  economica, spesso si trasformano in ricettacoli di erbacce e rifiuti, sia per stimolare azioni di compensazione ambientale a favore della qualità dell’aria.

Azioni che comporta anche un minimo sacrificio di tempo  e di risorse per la manutenzione e l’innaffiamento delle piante, soprattutto nei primi anni, ma rappresentano un testimonianza  di responsabilità verso le future generazioni e verso il bene comune, di cui c’è sempre più bisogno.