La mostra “Gli spazi del sogno” da Biffi Arte, dal 22 novembre all’8 febbraio, riunisce le ultime undici voci, uniche e inconfondibili, per raccontare il sogno, la fantasia. Qualche volta l’incubo.
I sogni di Alice Colombo si concretizzano in collage vaghi, gremiti di piccoli dettagli da inseguire con lo sguardo come in una caccia al tesoro. Sono bambine che portano al guinzaglio uccelli multicolori oppure sono balene incagliate tra i rami di un albero, protagoniste di storie raccontate in un tono lieve e sussurrato. Federica Gonnelli invece ricrea il sogno attraverso installazioni che accolgono lo spettatore come un abbraccio avvolgente, tutte giocate su luci soffuse e trasparenze, in un continuo sdoppiarsi e modificarsi della realtà. Se Jara Marzulli con una pittura liquida, leggerissima, evoca figure femminili senza tempo, fermate in un momento sospeso di abbandono e di meditazione, danno invece un’idea di forza guerriera le donne che Adele Ceraudo interpreta nei suoi minuziosissimi disegni a penna, dove lei stessa si trasforma nelle protagoniste delle più classiche iconografie dell’arte. Una realtà altra, vibrante, mobilissima, fatta di una materia trasparente dalle suggestioni acquatiche è quella creata dalle mani di Annalù. Con lei la vetroresina diventa schiuma brulicante, onda, ala di farfalla, entità viva, respirante e fatata. Se Ieva Petersone ci porta con i suoi dipinti in un mondo algido e perfetto, scandito in stanze dalle atmosfere metafisiche, dove le icone del design diventano protagoniste di spazi dagli ipnotici equilibri geometrici, di tutt’altro genere è lo spazio nel quale ci invita Chiara Coccorese. Le sue fotografie, costruite come collage pieni di oggetti creati o recuperati da lei, ci precipitano oltre lo specchio di Alice, in un mondo dove le proporzione si annullano, i punti di riferimento si invertono, invitandoci a galleggiare in una sensazione di inquieta beatitudine. E poi c’è Florencia Martinez, con le sue fotografie stampate su stoffe dai colori accesi, rutilanti, con i suoi ricami che sono racconti di vita e con le sue installazioni dove gli oggetti della casa, ricoperti di stoffa e di soffici aculei, si fanno al tempo stesso accoglienti e minacciosi. Ilaria Del Monte, con le sue fanciulle prigioniere di stanze incantate, dove gli specchi riflettono immagini irreali e gli oggetti prendono vita. Francesca De Pieri, che con le sue fotografie di cave e orti botanici, stampate su doppia lastra trasparente, ci offre uno sguardo nuovo, vibrante e pulsante sulla natura. E Giovanna Lacedra, con una serie di acquerelli onirici ispirati alla poesia femminile e con la performance Nonsonomaistataunabambina – in programma per l’inaugurazione – dove mette in scena l’incubo dell’infanzia male amata e il risveglio alla vita.