Foti (Fd’I) al Consorzio di bonifica: “Simbolo di una Regione ‘tasse e spese’”

«Sarà perché è mancato il traino dei temi politici nazionali, sarà per lo sfregio arrecato alla Regione prima dalla condanna del Presidente Errani e poi dall'inchiesta sulle “spese pazze” dei consiglieri regionali, ma le elezioni del 23 novembre non scaldano il cuore dei cittadini. Eppure la Regione condizionerà fortemente la loro vita nei prossimi cinque anni». Lo hanno detto davanti alla sede del Consorzio di bonifica di Piacenza, scelto come loro ultimo simbolo "delle cose che non vanno", i candidati di Fratelli d'Italia-Alleanza per il consiglio regionale Tommaso Foti, Edoarda Ghizzoni e Giancarlo Tagliaferri.

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«Nell’apatia e demotivazione generali – hanno proseguito – nell'assenza di confronti sui programmi e sulle persone, ancora oggi sono tantissimi cittadini non sanno neppure che domenica 23 novembre si voterà».

«Siamo qui, davanti alla sede di quel Consorzio di bonifica oggetto di tante nostre battaglie, per dire ai piacentini – sostiene Tommaso Foti – che disertando le urne si fa il gioco di quella sinistra “tassa e spendi” che è l'unica vera responsabile di questo voto anticipato». «I nostri primi impegni in Regione – continua l’ex deputato – sono chiari e trasparenti: abolizione del contributo di bonifica e dei rimborsi spese ai consiglieri regionali. Un segnale forte che va dato subito. Gli scandali nella Regione Emilia-Romagna hanno le indelebili impronte della sinistra». Sventolando una lettera su carta intestata della Regione, Foti va all'attacco finale: «Bonaccini si dissoci e censuri la scelta dell'assessore alla Salute Lusenti di inviare ai cittadini un’accattivante lettera elogiativa della Regione, prendendo a pretesto la consegna della carta regionale dei servizi. A tre giorni dal voto è una porcata, oltre che una vergogna».

«Diciamo basta a una Regione che favorisce gli immigrati mentre bastona e spreme i suoi cittadini: è assurdo – sostiene Edoarda Ghizzoni – che gli italiani siano sempre ultimi in tutte le graduatorie dei servizi sociali: asili, case popolari, sussidi vari..».

«Se non si vuole continuare a mettere le mani nelle tasche dei cittadini – conclude Giancarlo Tagliaferri – si devono fare scelte precise per limitare le spese. E' ora che la Regione anziché aumentare le tasse applichi i costi standard a una spesa sanitaria che ormai sfiora i nove miliardi di euro».