La prima volta di Alessandro Preziosi al Teatro Municipale di Piacenza: l’appuntamento è senza dubbio uno tra i più attesi della Stagione, e ancora una volta si annuncia il tutto esaurito. Lo spettacolo è “Don Giovanni” di Molière, in scena martedì 25 e mercoledì 26 novembre alle ore 21 per la Stagione di Prosa 2014/2015 “Tre per Te”, la dodicesima organizzata da Teatro Gioco Vita con la direzione artistica di Diego Maj.
Prima Amleto, poi Cyrano, con cui ha vinto la Maschera d’Oro del teatro italiano 2014 (l’Oscar del palcoscenico che festeggia i migliori spettacoli e artisti della stagione) per il miglior monologo. Ora Preziosi affronta un altro personaggio che ha segnato fortemente l’immaginario collettivo letterario, e non solo: Don Giovanni. Uno spettacolo di cui Preziosi cura anche la regia e che è coprodotto dalla sua compagnia, Khora Teatro, e dal TSA Teatro Stabile d’Abruzzo, che l’attore e regista ha diretto fino agli inizi di questo mese. Con lui in scena Nando Paone nel ruolo del servitore Sganarello.
La traduzione e l’adattamento del testo di Molière sono di Tommaso Mattei, le scene di Fabien Iliou, i costumi di Marta Crisolini Malatesta, le luci di Valerio Tiberi, le musiche originali di Andrea Farri. In scena con Preziosi e Paone, Lucrezia Guidone, Barbara Giordano, Roberto Manzi, Daniele Paoloni, Daniela Vitale, Matteo Guma.
Questo “Don Giovanni” prosegue nel solco dei fortunati allestimenti degli spettacoli “Amleto” e “Cyrano”, dando continuità al progetto di portare in scena grandi classici del teatro, rivolti ad un vasto pubblico popolare, pur prestando attenzione alle nuove generazioni, anche grazie al raffinato e corretto utilizzo di un apparato tecnologico che comprende videoproiezioni e altre soluzioni multimediali innovative.
Con la sua interpretazione di Don Giovanni Alessandro Preziosi, reduce dai successi sul palcoscenico, dagli impegni televisivi e dai premi cinematografici, raccoglie la sfida tutta teatrale di mettere in scena un personaggio, che – come qualcuno lo ha felicemente definito – è “il carattere più teatrale che abbia attraversato la scena”, prototipo del seduttore senza scrupoli, che fa dell’inganno ai danni delle donne da lui disonorate un vero e proprio vanto, non si cura delle classi sociali e dei ruoli precostituiti ed è spinto da un desiderio di conquista inesauribile e mai sopito.
«In una società che ormai sembra implorare la finzione per raggiungere la felicità – spiega Preziosi nelle sue note di regia – convivendo nella costante messa in scena di sentimenti ed emozioni, anche famigliari, il “Don Giovanni” di Molière smaschera questo paradigma di ipocriti comportamenti, di attitudini sociali figlie di una borghesia stantia e decadente! Divenendo il maestro inimitabile della mimesi. Accumula, dunque, Don Giovanni su di sé, come una cavia, l’ipocrisia del mondo, e diviene consapevolmente la vittima sacrificale e contemporanea della società in cui vive. In sostanza il personaggio letterario, che attraverso questo sacrificio continua ad essere mito dell’individualismo moderno, finisce per immolarsi, rifiutando la misericordia divina, per il pubblico di oggi, e per questo rimanendo mito del ventunesimo secolo; non rimane che sperare che questa spettacolarizzazione dei vizi dell’ani ma crei nel pubblico, indispensabile per il nostro Don Giovanni, un contraccolpo di reale riflessione sul senso e il mistero della vita: la salvezza dello spirito è radicalmente legata alla nostra autenticità. Quale migliore augurio per il teatro di oggi».