Non fosse per la speranza di un cambiamento, ma anche di qualche promessa fatta agli amici e ai più stretti collaboratori, forse sarebbe già approdato su altri lidi politici. Resta il fatto che la permanenza di Andrea Gabbiani nel Movimento 5 Stelle è davvero appesa a un filo. “Sono stufo” avrebbe confidato ad alcuni militanti. Lui che dai tempi dei V-day è diventato il primo grillino piacentino noto (decisamente prima dell’ascesa degli attuali consiglieri comunali Mirta Quagliaroli e Barbara Tarquini), capace di abbracciare una causa che allora non si sapeva dove avrebbe portato il movimento. Eppure la foto di qualche anno fa che lo immortala sorridente al fianco di Beppe Grillo, da pochissimo sceso nell’area politica, risulta ormai pesantemente ingiallita.
“Non mi riconosco più in questa babele di posizioni, di atteggiamenti poco coerenti, di questa immaturità politica che ci vede ancorati all’immagine di un movimento di lotta e di protesta e basta” è il suo pensiero. “Bisogna ritornare alle origini, ai valori del movimento, abbandonare il solo affidarsi alla rete, facendo un passo in avanti che però tarda ad arrivare. Eppure siamo in tutte le istituzioni ma non cresciamo, rimaniamo fermi, immobili”. Un pensiero esplicitato anche ai suoi stessi compagni di viaggio che però lo invitano a temporeggiare. Le elezioni regionali di domenica, in Emilia Romagna e non solo, rappresentano una tappa importante per un movimento giunto ad un bivio. I sondaggi lo danno pesantemente ridimensionato, la Lega Nord che con il mastino Salvini cresce e sembra erodergli parte di quel terreno di protesta ed esasperazione che era stata la sua fortuna. Gabbiani per ora resta (pubblicamente) in silenzio, ma dopo il 23 novembre, soprattutto se dalle urne il Movimento 5 Stelle dovesse uscire ridimensionato, non è escluso che possa decidere per una rottura che avrebbe del clamoroso.