Un rapporto travagliato con il Pd, ma anche i risultati ottenuti nell'ultima legislatura regionale, a partire dalla gestione dell'emergenza terremoto e passando per le proposte di legge a sostegno dell'economia della cultura e della creatività. Questi i temi toccati dall'assessore regionale alla cultura Massimo Mezzetti (Sel), in visita a Piacenza questa mattina.
Interrogato a riguardo, ha ribadito i motivi della scelta del partito di ripresentarsi in coalizione con il Pd a differenza di quanto accade a livello nazionale. “Se esiste una contraddizione è del Pd e non di Sel. Noi ci siamo presentati alle elezioni nel 2013 con un progetto comune. Sono stati quindi Letta prima prima e Renzi poi a decidere di governare con pezzi del centrodestra, prima come scelta emergenziale poi con un progetto comune fino al 2018, mentre al contempo proseguiva l'alleanza organica del centrosinistra a livello locale.
Da quindici anni tutte le esperienze di governo in Emilia sono state caratterizzate dalla presenza di tutti i partiti della sinistra e gettare fango su queste esperienze – come sta avvenendo ora da parte del Pd – può essere controproducente”.
Una valutazione in chiaroscuro dunque dei rapporti con la principale forza del centrosinistra, che non basta però ad inficiare il progetto politico dell'alleanza. “Se limiti oggettivi ci sono stati – continua l'assessore – “bisogna anche ricordare i risultati oggettivi ottenuti da questa alleanza: a partire dalla gestione del dramma del terremoto che ha consentito in due anni di far rientrare nelle loro fabbriche circa 70mila cassaintegrati e nelle loro case la quasi totalità delle famiglie sfollate e tutto questo senza una sola inchiesta che si sia aperta sulla gestione del terremoto”.
Ma non è questo l'unico campo in cui la presenza di Sel è stata decisiva secondo l'assessore: “Ci siamo battuti affinchè nel programma del candidato presidente Bonaccini fosse riconosciuto il progetto di una nuova idea di economia e sviluppo imperniata sul rilancio di quattro fattori: il manifatturiero, l'economia dell'ambiente – con la riconversione energetica si crea nuovo lavoro – l'economia dello stato sociale e l'economia della cultura e della creatività che già oggi dà lavoro a 32mila imprese”.
E proprio la legge sugli audiovisivi, approvata quest'estate dalla Regione è stato uno dei cavalli di battaglia dell'assessorato alla cultura. “Una proposta innovativa perchè riguarda tutta la filiera della produzione cinematografica e televisiva, dallo start up di impresa alla distibuzione e internazionalizzazione del prodotto finito. La cultura e la creatività non solo possono, ma sono già oggi elemento di crescita, di sviluppo e innovazione. Desideriamo proseguire in questa direzione, creando nuovo lavoro qualificato. E soprattutto stabile”.