Sono due adolescenti, i protagonisti di un episodio di tentata estorsione avvenuto nel fine settimana a Piacenza. I ragazzi sono compagni di scuola e giocano a calcio nella stessa squadra, ma la frequentazione assidua non ha impedito che uno dei due, venerdì 14 novembre, accortosi che l’altro aveva smarrito lo smartphone alla fermata dell’autobus, non dicesse nulla e lo tenesse invece per sé, chiedendo una somma di denaro in cambio della restituzione.
L’intervento della sezione Giudiziaria della Polizia Municipale è scattato nel pomeriggio di sabato 15, quando il papà del giovane proprietario del telefonino, residente in città, si è presentato al Comando di via Rogerio per denunciare quel che era accaduto al figlio il giorno prima. Accortosi di aver perso lo smartphone, il ragazzo aveva provato a chiamare il proprio numero che risultava sempre spento, sino a quando il servizio automatico ha inviato al cellulare della madre, da cui erano partite le tentate telefonate, il messaggio che il numero era tornato attivo. Alla richiesta di informazioni sul ritrovamento, è arrivato un sms di risposta con una precisa indicazione: la restituzione sarebbe avvenuta solo a fronte del pagamento di 16 euro.
Fissato per il pomeriggio di sabato l’appuntamento per lo scambio, il ragazzo cui era stato sottratto il cellulare è stato accompagnato da un’agente della Polizia Municipale fintasi sua madre, dal momento che l’estorsore aveva specificamente chiesto che all’incontro fosse presente anche la donna. Il tono e le modalità non avrebbero mai lasciato supporre che il ricatto fosse attuato da un ragazzino di tredici anni, residente anch’egli residente a Piacenza, compagno di giochi e di studi del coetaneo. Fermato dalla pattuglia, il giovanissimo estorsore è scoppiato in lacrime, preoccupato della reazione del padre. Non imputabile in ragione dell’età, è stato segnalato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni dell’Emilia Romagna e riaffidato ai genitori.