«Un'intera provincia in balia degli eventi atmosferici, situazioni di grave pericolo che, solo per puro caso, non si sono ancora trasformate in tragedie; un territorio su cui non è più sufficiente agire con qualche intervento d'urgenza: o si cambia musica da parte della Regione, o la situazione dell'assetto idrogeologico nel Piacentino sarà impossibile da gestire». Lo afferma con forza Tommaso Foti, candidato di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale alle regionali del 23 novembre, dopo alcuni sopralluoghi effettuati nelle valli piacentine del Trebbia e del Nure, pesantemente segnate dal maltempo dell’ultimo mese, ma anche degli affluenti “minori”, costantemente ignorati dagli interventi (sempre in “rincorsa”, sempre a danni già evidenti) ma non di rado responsabili di situazioni di pericolo tutt’altro che marginali. Basti dare un’occhiata alle condizioni del torrente Ongina: «E’ invaso da una selva impenetrabile che in alcuni punti ne ostruisce quasi del tutto il passaggio – dice Foti, mostrando alcune fotografie – Non ci sarebbe da stupirsi se in caso di piena esondasse con tutto ciò che ne conseguirebbe».
Per parlare del Po, il grande fiume che lambisce Piacenza e tutti i comuni rivieraschi di pianura da ovest a est e cioè da Castensangiovanni a Castelvetro. «In questi anni si è pensato a come imbellettare l’argine più a ridosso del letto del fiume con panchine per godersi il panorama e qualche attrezzo per la ginnastica – sottolinea Foti – ma si è trascurato di ragionare su come contenere piene sempre più frequenti e sempre più devastanti».
Il candidato di Fratelli d’Italia entra poi più nello specifico: «La Regione Emilia-Romagna ha sottoscritto con il Ministero dell'Ambiente da oltre quattro anni un accordo di programma, più volte dalla stessa Regione modificato, finalizzato alla programmazione e al finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico. E' un accordo che prevede un investimento complessivo di oltre 150 milioni di euro sul territorio emiliano-romagnolo, l'equivalente necessario per costruire quattro ponti uguali a quello sul Po!». E prosegue: «Sono soldi pubblici che andavano e vanno spesi per mettere in sicurezza le zone a rischio più elevato: nel territorio piacentino ce se sono diverse e i livelli di sicurezza sono fortemente compromessi, come dimostrano gli ultimi accadimenti».
«C’era da aspettarsi ben altra attenzione da parte della Regione verso la provincia di Piacenza – continua il candidato di Fd'I-AN – ma così non è stato. Eppure è noto che la presenza di numerosi e significativi corsi d'acqua che attraversano le nostre valli, l'assenza di una corretta manutenzione oltre che l'omessa realizzazione di interventi strutturali più volte individuati, rendono del tutto problematica la gestione delle piogge che con elevata intensità, sempre più di frequente, si riversano sul territorio».
«Occorre – evidenzia Foti – che la Regione, da una parte avvii un programma pluriennale di interventi per la messa in sicurezza del territorio piacentino e che dall'altra si ponga fine, anche a livello statale, alla sovrapposizione di competenze tra organi, agenzie, autorità, in un crescendo di sistematica confusione che, anziché rendere spedite le procedure per la realizzazione delle opere, le bloccano anche per mesi, quando non per anni».
«Mai come in questo momento – conclude Foti – è indispensabile che la Regione, avvertita lontana dai cittadini e poco incline ad ascoltarne la voce, non si sottragga alle proprie responsabilità e ai conseguenti doveri. Non c'è tempo per attendere la formazione della nuova giunta che, probabilmente, sarà operativa all'inizio del nuovo anno. Giove pluvio non attende certo i tempi della politica, né i piacentini possono esserene vittima. La Regione batta un colpo: l'inverno non lo si ferma con le parole».