«L’acqua deve stare al suo posto». Le tre idee di Tarasconi e Molinari (Pd)

L’agricoltura e l’industria agroalimentare sono settori strategici per la Regione e più che mai lo sono per il territorio piacentino. Nell’ambito di tali settori si sono costruite negli anni alleanze e sinergie fra le Università, le aziende, gli enti, i centri di ricerca e i vari comparti della meccanica di costruzione delle macchine utensili all’avanguardia che dispiegano l’utilizzo massiccio della tecnologia e più di recente del web.

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L’acqua è la componente fondamentale che costituisce il motore e la precondizione affinché si possa mantenere e incrementare la capacità produttiva di tutta la filiera agroindustriale. L’acqua è anche il bene primario che conosce le maggiori pressioni con riferimento ai cambiamenti climatici nelle punte di siccità stagionali e nei fenomeni alluvionali intensi, come quello che stiamo vivendo proprio in questi giorni. Il territorio della regione e quello piacentino sono costruiti sul rapporto uomo-acqua che deve necessariamente essere curato e ripensato di continuo. 

A questo proposito la conservazione dell’acqua per il suo riutilizzo nei momenti di crisi è stata oggetto negli anni scorsi di azioni e proposte sui Piani di Sviluppo rurale che tuttavia non hanno risolto le criticità, tant’è che ogni estate si ripresenta puntuale come un orologio svizzero il problema della siccità; anche dopo inverni piovosissimi. 

E’ dunque di assoluta importanza che vengano assunte scelte di campo che affermino l’importanza della conservazione dell’acqua. Un tema fondamentale per i due candidati del Pd alle prossime regionali Katia Tarasconi e Gian Luigi Molinari, secondo i quali sono sostanzialmente tre i percorsi da seguire. 

Il primo riguarda il «sostegno alle singole aziende agricole che intendano investire nella costruzione di invasi sapendo che il rapporto economico di compensazione cave-costruzione di invasi non è più sostenibile perché la crisi del settore edile non genera più domanda di inerti». In questo caso, dicono Tarasconi e Molinari, «è necessario sostenere i programmi delle singole aziende semplificando le procedure e non obbligandole a consorziarsi fra loro: la crisi non permette le aggregazioni delle aziende che in autonomia debbono poter sviluppare programmi di investimento certi e autonomi rispetto a eventuali soci imposti nei precedenti bandi dei Piani di Sviluppo Rurale». 

Il secondo percorso consiste nel il «sostegno in forma aggregata alle singole aziende che, per motivi di bilancio non sono in grado di programmare investimenti autonomi». In questo caso, secondo i due candidati democratici, è utile utilizzare le forme consortili già istituite nel passato e tutt’ora operanti, quali i Consorzi di Bonifica e i Consorzi irrigui. Questi Consorzi infatti, tramite programmi a scala di distretto irriguo possono costituire la garanzia di realizzabilità economica e finanziaria dei progetti. 

Il terzo percorso parte dalla «definizione realistica di un programma possibile di invasi montani che renda possibile invasare l’acqua nelle stagioni invernali. Questo tema spesso ostaggio di posizioni radicali, fino ad oggi non ha prodotto scelte di campo e ha allontanato qualsiasi tipo di investimento pubblico-privato dal territorio piacentino». 

«Su questi argomenti intendiamo lavorare – affermano con forza Tarasconi e Molinari – affinché il nostro territorio come nel lontano passato torni a vivere un rapporto corretto con l’acqua: troppo spesso in agricoltura si parla di consumo dell’acqua senza considerare che l’umanità si è formata grazie all’uso intelligente dell’acqua, senza il quale rischiamo di essere ostaggi di norme europee e vincoli scritti dai paesi che non conoscono fenomeni di scarsità e che non poggiano le loro economie sul settore primario».

«L’acqua deve stare al suo posto – concludono – e cioè a fianco dell’uomo. L’acqua come sempre scorre da monte a valle e spetta all’uomo non essere assetato o inondato, usando l’intelligenza e la tecnica che proprio nel territorio piacentino hanno avuto modo di dispiegarsi nel lontano passato. Sono i temi dell’Expo a cui ci stiamo preparando. Con grinta».