Si era innamorato perdutamente di una compagna di scuola di un anno e più giovane. Un sentimento talmente forte che l'aveva portato a tempestarla di messaggini e telefonate arrivando addirittura a scriverle delle canzoni d'amore. Un amore evidentemente non contraccambiato nella stessa misura. Ha patteggiato sei mesi di reclusione (pena sospesa) un giovane bresciano di 19 anni accusato di atti persecutori (stalking) che nel 2013, quando era appena maggiorenne, aveva perso la testa per una 17enne che frequentava lo stesso istituto, una scuola superiore della città. Se all'inizio queste attenzioni potevano essere in qualche modo ricambiate, a un certo punto della storia le avances del ragazzo si erano fatte a dir poco pressanti. Dopo qualche mese di sopportazione, la ragazza non ce l'ha più fatta, l'ha denunciato e nel processo si è costituita parte civile (assistita dall'avvocato Mario Montermini). Oggi 5 novembre davanti al giudice Giuseppe Bersani (piemme Emilio Pisante) il ragazzo, assistito dall'avvocato Filippo Corvi, ha patteggiato sei mesi.