Sono passati una ventina di giorni dalla disastrosa ondata di maltempo che ha investito il Piacentino ma per molti sembrano passati anni; è quasi come se non fosse accaduto nulla, l’attenzione si è spenta. Eppure i problemi restano e, anzi, il rischio è che esplodano di nuovo in tutta la loro drammaticità alla prossima perturbazione. E così non deve essere.
Ne sono convinti i candidati del Pd in consiglio regionale Katia Tarasconi e Gian Luigi Molinari, quest’ultimo, peraltro, già sindaco di Vernasca e dunque di un comune che si trova nel cuore dell’Appennino piacentino flagellato dai danni da maltempo. E proprio Molinari e Tarasconi hanno deciso di raccogliere e fare proprio l’appello lanciato dai sindaci del territorio che chiedono fondi e li chiedono subito: «Va bene dichiarare lo stato di emergenza – dicono – ma ora è necessario fare presto per evitare che certe situazioni si ripetano».
«Un appello che testimonia lo stato di preoccupazione e di allarme che da troppi anni viviamo in montagna e collina – dicono i candidati del Pd alle regionali del 23 novembre – La politica della rincorsa dell'emergenza è purtroppo una tradizione italiana che fatichiamo a toglierci di dosso. Gli annunci, soprattutto in campagna elettorale, sono costanti e producono una finta rassicurazione che ogni giorno viene smentita dalla fragilità delle nostre strade e dei nostri versanti». «La viabilità deve essere la prima preoccupazione – proseguono Molinari e Tarasconi – Non è sufficiente avere qualche euro per il rifacimento del manto stradale, peraltro sempre insufficienti, ma occorre stimolare investimenti per la messa in sicurezza delle strade di montagna, così come serve battere i pugni sui tavoli nazionali a riguardo dei fondi per i centri abitati in dissesto che consentano investimenti a volte semplici, quali drenaggi e pulizia di canali, ma che possono prevenire i problemi derivanti dalla dispersione delle acque superficiali.
Molti di questi interventi sono effettuabili dalle aziende agricole, non dimentichiamolo che i nostri agricoltori sono portatori di conoscenze che spesso superano la competenza dei tecnici, e per questo non possiamo ignorarli».
Gian Luigi Molinari e Katia Tarasconi concludono sottolineando «l’ormai cronica instabilità dei cimiteri di montagna e di collina, spesso costruiti con tecniche non sempre adatte, che si stanno sgretolando a causa del dissesto e dell'assenza di interventi risolutivi. Non illudiamoci che la battaglia sia vinta, occorre cambiare strategia, diversamente, come dicono i sindaci, sarà il disastro».