Sono stati mesi di autentico tormento quelli patiti da una donna piacentina perseguitata dall’ex marito. Telefonate minatorie, insulti, messaggini ad ogni ora del giorno e della notte, appostamenti sotto casa. Perfino minacce di morte nei confronti del figlioletto di 8 anni. “Ti assicuro che non lo vedrai mai più, lo farò sparire per mille euro” le avrebbe detto in una delle innumerevoli conversazioni telefoniche che lei stessa ha registrato e consegnato alla polizia. A far precipitare una situazione già critica, la decisione della stessa donna nel gennaio 2012 di troncare il loro matrimonio. Si è aperto questa mattina il processo che vede come imputato, accusato di stalking, un 45 enne piacentino difeso dall’avvocato Sara Botti. Di fronte al giudice Italo Ghitti questa mattina (30 ottobre) ha parlato l’ex moglie e madre del figlio che si è costituita parte civile (assistita dall’avvocato Lorenza Dordoni). Ha raccontato di come l’ex marito, che avrebbe avuto anche il vizio di bere troppo (“quando lo faceva diventata violento verbalmente” ha detto) non si fosse rassegnato alla decisione della donna di interrompere la relazione. E che da un certo punto in avanti avesse dato il via a una escalation di vessazioni fatte di messaggini, telefonate, insulti e appostamenti sotto casa. Una situazione resa ancor più complessa dalla gestione del figlio. Gestione inizialmente condivisa, ma poi – dopo l’intervento della sezioni minori della questura, in accordo con i servizi sociali – alla madre sarebbe stato impedito di farlo avvicinare all’ex coniuge. “Una sera ricordo che mi chiamò 22 volte. Non risposi e poi me lo trovai sotto casa. A un certo punto, preoccupata anche dai disagi patiti da mio figlio, ho iniziato ad avere paura e avere attacchi d’ansia”.