Evasione Gesconet: “Anche a Piacenza cooperative legate alla malavita”

Duro intervento di Gianluca Bonatti, presidente Federlavoro e Servizi Confcooperative Piacenza,in merito alla vicenda giudiziaria che ha travolto la cooperativa Gesconet, attiva anche nel polo logistico di Piacenza: si parla di una maxi-evasione fiscale da 1,7 miliardi. “Intervengo – spiega Bonatti – per evitare confusione all’opinione pubblica”, per evitare insomma che si pensi che tutto il sistema cooperativo sia illegale e basato sulla poca chiarezza. “Piacenza, nel gennaio 2013, è stata la prima provincia in Italia ad avere delle tariffe prefettizie a regolamentare il sistema delle retribuzioni per i soci delle cooperative. Il risultato però, a quasi due anni di distanza, è paradossale. Tutte quelle società e quelle cooperative che hanno fermamente seguito la strada della legalità rischiano seriamente di uscire dal mercato poiché le tariffe che propongono sono considerate poco competitive”.

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“Questo perché nel mercato sono ancora presenti troppe cooperative che aprono e chiudono ogni due anni generando fenomeni di evasione contributiva e fiscale”.

Le accuse di Bonatti sono molto serie: “Esiste una realtà di società cooperative, come quelle descritte nell’affaire-Gesconet, dove le società sono gestite da imprenditori occulti il cui unico scopo è sfruttare lavoratori inconsapevoli per trarre profitto in modo illegale. Società che hanno vita corta per far perdere più facilmente le tracce contributive al fisco e che quasi sempre fanno capo a grossi consorzi con sede a Milano, Roma o Napoli per intenderci e che sicuramente hanno collegamenti con la criminalità organizzata che permette loro di avere anche la liquidità per pagare in nero gli operai”.

Bonatti si rivolge così alle istituzioni: “E’ necessario che si mettano in campo tutte le forze a disposizione per eliminare queste società illegali dal mercato”.

Un appello anche ai committenti: “Smettetela di vedere nelle cooperative un sistema per abbassare il costo della manodopera. Affidateci gli appalti in reale autonomia ed a costi sostenibili. Il valore aggiunto vi verrà restituito attraverso efficientamenti della filiera del facility management”.

 

IL COMUNICATO DI GIANLUCA BONATTI

La notizia, apparsa in questi giorni su vari media a livello nazionale, di una maxi-evasione fiscale da 1,7 miliardi da parte di un consorzio di cooperative non è che la punta di un iceberg di una realtà di profonda illegalità con cui le “vere” cooperative si confrontano ogni giorno.

Iceberg che ha toccato anche il nostro polo logistico di Piacenza, visto che per anni due cooperative associate al consorzio Gesconet hanno avuto in appalto la gestione del deposito locale di un importante operatore internazionale nel settore dei corrieri espressi. Iceberg che tuttora gravita intorno al polo logistico cittadino generando fenomeni di dumping tariffario e di deregolamentazione nei rapporti lavorativi e retributivi con gli operai che sono impiegati nei servizi alle imprese.

Già nel dicembre 2007 Francesco Milza, presidente di Confcooperative Piacenza, denunciò pubblicamente la situazione di grave irregolarità che si stava generando intorno al mondo della logistica e le difficoltà che le cooperative storiche della nostra provincia, regolarmente iscritte a centrali confederali, stavano incontrando nell’approcciare una committenza che pretendeva di avere servizi a tariffe insostenibile per società serie e regolari. Poco dopo scoppiò il caso Filosa scoperchiando il vaso di Pandora di un sistema fatto di corruzione, evasione fiscale e lavoro nero.

Di lì a breve, il nuovo direttore della DPL, Dott. Alessandro Millo, decise di intervenire con grande determinazione pubblicando delle tariffe prefettizie da applicare nel mondo della logistica. Tariffe sotto le quali non era possibile applicare correttamente il CCNL Trasporto e Logistica da parte di chi prestava i servizi. Piacenza, nel gennaio 2013, è stata la prima provincia in Italia ad avere delle tariffe prefettizie.

Le società, in primis le cooperative, che offrono servizi nel modo della logistica e del facility finalmente avevano un documento che poteva estromettere dal mercato chi effettuava dumping tramite evasione contributiva e riciclo di denaro sporco. Il risultato però, a quasi due anni di distanza, è paradossale. Tutte quelle società e quelle cooperative che hanno fermamente seguito la strada della legalità rischiano seriamente di uscire dal mercato poiché le tariffe che propongono sono considerate poco competitive. Questo perché nel mercato sono ancora presenti troppe cooperative che, come spiegato negli articoli di questi giorni, attraverso consorzi capofila, aprono e chiudono ogni due anni generando fenomeni di evasione contributiva e fiscale. Questo è l’unico modo per poter offrire alla committenza tariffe abbondantemente al di sotto di quelle riconosciute a livello istituzionale.

Ritengo sia necessario un intervento di Federlavoro Piacenza a fronte del caso Gesconet, poiché notizie come queste rischiano troppo spesso di generare agli occhi dell’opinione pubblica confusione su cosa sia realmente il mondo della cooperazione. E’ necessario che tutti abbiano la consapevolezza che esistono due realtà parallele di società cooperative. Realtà ben distinte fra di loro, che non si incrociano e non hanno rapporti istituzionali e commerciali comuni, ma che molto spesso vivono nello stesso mercato del lavoro, ovvero quello dei servizi alle imprese.

Esiste una realtà di società cooperative, come quelle descritte nell’affaire-Gesconet, dove le società sono gestite da imprenditori occulti il cui unico scopo è sfruttare lavoratori inconsapevoli per trarre profitto in modo illegale. Società che hanno vita corta per far perdere più facilmente le tracce contributive al fisco e che quasi sempre fanno capo a grossi consorzi con sede a Milano, Roma o Napoli per intenderci e che sicuramente hanno collegamenti con la criminalità organizzata che permette loro di avere anche la liquidità per pagare in nero gli operai.

Esiste poi la realtà delle vere società cooperative che offrono servizi alle imprese, che fanno capo a Federazioni nazionali ed a consorzi locali. Cooperative dove il socio è ancora la figura centrale nella gestione societaria e dove la democrazia si implementa attraverso i momenti assembleari che determinano la classe dirigente della società. Cooperative che esistono sul territorio da più di venti anni e che accantonano gli utili a riserve indivisibile per capitalizzare la società e permettergli continuità anche nei periodi di crisi economica. Cooperative che sono un valore aggiunto per il territorio perché permettono a molti giovani di affacciarsi per la prima volta al mondo del lavoro ed a molti soggetti in difficoltà di provare a ricollocarsi in esso. Cooperative che oggi incontrano serie difficoltà ad affermarsi sul mercato del lavoro proprio a causa delle cooperative spurie e che rischiano di estinguersi sventolando la bandiera bianca della legalità.

Questo mio intervento, oltre ad evitare confusione all’opinione pubblica, vuole essere un appello a molti soggetti. In primis a tutta la classe dirigente della cooperazione sana e virtuosa. Non cedete alle “seduzioni economiche di Faust” come direbbe Geminello Alvi. L’unica via percorribile è quella della legalità. Solo la legalità può garantire futuro alla cooperazione.

Poi alle istituzioni. E’ necessario che si mettano in campo tutte le forze a disposizione per eliminare queste società illegali dal mercato.  Bisogna essere consapevoli dell’urgenza di tali interventi od il sistema cooperativo di produzione lavoro va a gambe all’aria. Infine ai committenti. Smettetela di vedere nelle cooperative un sistema per abbassare il costo della manodopera. Le nostre società sono partner che offrono competenze e flessibilità. Affidateci gli appalti in reale autonomia ed a costi sostenibili. Il valore aggiunto vi verrà restituito attraverso efficientamenti della filiera del facility management. Dove esistono cooperative sane, fortemente legate al territorio di appartenenza, si genera un reale valore aggiunto alle economie locali.

Gianluca Bonatti, presidente Federlavoro e Servizi Confcooperative Piacenza