Le sue tesi non mancano mai di far discutere. Ancor di più se Magdi Cristiano Allam le porterà in una delle zone più difficili della nostra città, via Caorsana, che insieme a via Colombo e via Roma rappresentano le più “calde” sui fronti integrazione e sicurezza. Ma come sempre, il giornalista e scrittore, che da qualche tempo si è votato alla politica, le porterà con la consueta pacatezza. La stessa utilizzata nell’intervista che ha rilasciato ai nostri microfoni, per introdurre l’incontro pubblico, previsto per giovedì 23 ottobre alle 21 all’Hotel Piacenza Fiera di via Caorsana 127 e organizzato dall’associazione NoReds, il club Forza Silvio e Forza Italia.
E’ da poco uscito il suo ultimo libro, dal titolo “Non perdiamo la testa”, che non ha mancato di accendere nuove polemiche. In particolare per la scelta del claim utilizzato nell’uscita in allegato a “Il Giornale”, dove è associato alla foto dell’esecuzione di James Foley, il giornalista americano sgozzato dall’Isis. Innanzitutto le chiedo: come usciremo dall’anno dei tagliagole? Com’è stato definito il 2014 sempre dalla pubblicità del libro?
“E’ un titolo allegorico ma anche reale. Vuole richiamare, sia l’attenzione alla minaccia e al pericolo dei terrroristi islamici tagliagole, sia dirci che non dobbiamo perdere la testa per salvaguardare a casa nostra il diritto a usare la ragione per entrare nel merito dei contenuti dell’Islam. E prendere atto della sostanziale incompatibilità dell’Islam come religione con i diritti fondamentali. Fermo restando il rispetto nei confronti dei musulmani come persone. Quindi, questa è una guerra, la Terza guerra mondiale come l’ha definita Papa Francesco. Che si svolge su due fronti: sull’altra sponda del Mediterraneo, dove operano i tagliagole. Su questa sponda, dove l’imperversare del relativismo ci costringe a legittimare l’Islam a prescindere dai suoi contenuti”.
Sono di questi giorni anche le immagini della lapidazione di una giovane donna, addirittura davanti al padre. Un episodio che si commenta da solo ma ci si chiede: perché tanto orrore? Non crede possa essere controproducente anche per lo stesso Califfato?
“Addirittura so che il padre non è stato costretto ma ha voluto. Ha promosso la lapidazione della figlia adultera. Ed è avvenuto in conformità con quanto previsto dal Corano. A quanto ha fatto Maometto. E bisogna tenerlo presente per capire come il lavaggio del cervello può portare un padre a promuovere la lapidazione della figlia. Per questo il mio libro vuole sollecitare gli italiani a fare attenzione a chi, in Italia, come all’ordine nazionale dei giornalisti che ha intentato nei miei confronti una denuncia di islamofobia, uno psico-reato tramite cui si vorrebbe accreditare il divieto di criticare l’Islam. Dico agli italiani: c’è chi vuole farci tacere e noi dobbiamo invece combattere per salvaguardare il nostro diritto alla libertà di espressione”.
Lei verrà a parlare a Piacenza, dove l’incidenza di stranieri è tra le più alte in Regione. Come risolvere la questione dell’integrazione in certi quartieri delle nostre città?
“Dobbiamo prendere atto che i modelli adottati in Europa, sia il multiculturalismo che assimilazionismo, hanno fallito nel momento in cui hanno portato all’autonomia delle sedicenti comunità etnico-confessionali con lo scardinamento del tessuto urbano e la creazione di ghetti al cui interno, in taluni casi, queste persone vivono come in una zona extra-territoriale. Dobbiamo affermare il principio che la legge dello Stato vale per tutti, indistintamente. Senza deroghe. Non voglio discriminare nessuno ma non voglio essere costretto ad autodiscriminarmi. Così come per gli italiani ci sono diritti e doveri, così ci devono essere per gli stranieri. Anche perché, com’è possibile che in Italia ci siano 12 milioni di italiani poveri e noi continuiamo ad accogliere, addirittura andandoli a prelevare al limite delle loro acque territoriali investendo miliardi? Stiamo discriminando gli italiani, svantaggiati rispetto agli stranieri. Non possiamo permettercelo. E facciamo attenzione, perché il razzismo esploderà, non perché gli italiani sono razzisti ma perché sono discriminati nei confronti degli stranieri”.