Dispetti quotidiani durati per anni. E che dispetti, verrebbe da dire: mozziconi di sigari e sassi ammucchiati di fronte all’ingresso delle abitazioni degli odiati vicini, il motore del camioncino lasciato acceso fin dalle prime ore dell’alba, una campana elettrica collegata al telefono. E per finire in bellezza gli asini di proprietà che ragliavano sotto le loro camere da letto.
Dopo anni di autentica guerra, con decine e decine di interventi da parte dei carabinieri e anche del sindaco, è approdato in tribunale il caso che vede come imputato un 55enne, accusato di atti persecutori (stalking) nei confronti delle due famiglie vicine di casa e separate solo da una siepe. I dissapori arrivati all’attenzione del giudice Gianandrea Bussi sono iniziati nel 2009 a Campremoldo Sopra, frazione di Gragnano, dove l’imputato aveva alcuni terreni e lavorava come agricoltore. Un rapporto di vicinato mai decollato, anzi, precipitato in breve e giunto, secondo le due famiglie che hanno presentato denuncia, a livelli insostenibili. L’imputato, difeso dall’avvocato Sisto Salotti, le avrebbe messe in atto tutte pur di provocare le ire dei vicini. Dapprima dispetti di poco conto, poi sempre più pesanti. Rispondendo alle domande del piemme Arturo Iacovacci, il comandante dei carabinieri della stazione di Rottofreno Mario Congiu ha ricostruito le ragioni dei continui interventi suoi e dei suoi uomini. Ha raccontato soprattutto della questione dei mozziconi di sigaro e dei sassolini che venivano lasciati di fronte a casa. “Il nostro è sempre stato un tentativo di rasserenare gli animi” ha spiegato. Animi che invece si sono sempre più surriscaldati. Le due famiglie, costituitesi parte civile con l’avvocato Vittorio Antonini, hanno sempre lamentato il continuo rumore provocato da una campana elettrica collegata al telefono di casa. Ma l’incredibile è legato alla presenza di tre asini che, secondo i denuncianti, vagavano in un recinto a pochi metri dalle loro abitazioni e che ragliando continuamente li disturbavano. Negli anni, per cercare di trovare una soluzione, intervenne perfino il sindaco di Gragnano, ma non sortì nulla.