Alla galleria d'arte contemporanea “Studio C” di via G. Campesio 39 dal 18 al 30 ottobre 2014 si tiene la mostra personale dell'artista Matteo Sclafani dal titolo “Suggestioni”.
Nato a Parma e residente a Riccò di Fornovo, sempre in provincia di Parma, Matteo Sclafani è un giovane e promettente pittore che, a scapito della giovane età, ha già ottenuto lusinghieri successi di pubblico e critica fino ad essere incluso tra gli artisti della Triennale di Roma 2014. Interessante e degno di nota anche il suo percorso artistico che non è passato attraverso studi accademici più o meno prestigiosi e roboanti ma che, al contrario , si è sviluppato in modo autonomo e personale seguendo lo studio attento e approfondito della Storia dell'Arte e l'applicazione costante nella tecnica grafica e pittorica. Una formazione, dunque, condotta in solitudine e proprio per questo più autentica e vera, più libera e sentita.
Così, dopo la grande arte del Rinascimento, Matteo Sclafani ha sentito il fascino delle Avanguardie Storiche restando particolarmente colpito dalla forza esplosiva dell'Espressionismo di matrice tedesca e da nomi come Schiele, Ensor, Nolde, Munch.
Ecco, da questi importanti e fondamentali agganci culturali di respiro nazionale ed europeo, nasce e si sviluppa la pittura di Matteo Sclafani che però si affranca da tutto per vena creativa, solidità di composizione, singolarità di impianto. Un'espressione, quella del nostro artista, che si esprime prevalentemente con il disegno, o meglio, con il segno, mediante un tratto libero e deciso, graffiante e pittorico, già completo ed esauriente di per sé, senza l'uso di eccessivi interventi cromatici.
Usa la matita grassa, Matteo, proprio perchè è più incisiva e morbida di quella tradizionale, perchè ogni suo passaggio sulla superficie lascia una traccia chiara ed evidente che si espande a piacere secondo la pressione della mano, l'angolatura del polso, lo stato d'animo del momento. Nascono in questo modo, con immediatezza e potenza grafica, le sue “Suggestioni pittoriche” e sono figure di vecchi dalla pelle ruvida e accartocciata, nudi dalle posture rannicchiate e contorte, volti pietrificati dal tempo e dallo sguardo attonito ed assente. Si concentra sul corpo, il nostro artista, sulle rughe impietose, sulla pelle dura e rinsecchita, sulle dita lunghe e ossute perchè tutta l'esistenza si riversa sul corpo, grande e sconfinato contenitore di vittorie e sconfitte, di gioie e dolori, ansie e delusioni. E su di esso restano, indelebili, le tracce del vissuto, le ferite, le lacerazioni, le suture. Ne sono testimoni alcuni dipinti, intensi e sentiti, dove la figura umana viene tracciata con segni lividi ed evanescenti, con colori leggeri e quasi spirituali tutti giocati sui grigi e gli azzurri tenui che sanno di polvere e cenere.
Pittura che spesso si fa vero e proprio “gioco di forme” all’interno di un segno spontaneo e fluente che diventa evocativo e misterioso e che a volte letteralmente deborda dalla superficie, invade gli spazi laterali o sottostanti assumendo aspetti tridimensionali. Una figura composta e ricomposta, sezionata e poi ricostruita così da assumere le sembianze di manichini in movimento.
La stessa forza espressiva Matteo Sclafani la rivela anche nel ciclo “Suggestioni Metamorfiche” dove protagonista diventa l’albero. Nella sua interpretazione, dunque, e come è facilmente intuibile dal titolo del ciclo pittorico, l’albero finisce per assumere connotati umani in una lenta e graduale metamorfosi che cattura lo sguardo e sollecita la riflessione. Anche l’albero, infatti, come il corpo umano reca sul tronco, sui rami e su ogni suo elemento, le traccia e le cicatrici del tempo.
Espressione intensa, quella dell’artista parmense, fatta per innescare sensazioni ed emozioni autentiche, per interagire con l’esterno e lasciare una traccia indelebile nella coscienza di ognuno. Poesia dello sguardo, magia e potenza del segno!!
La rassegna, che sarà introdotta dal critico d’arte Luciano Carini, chiuderà il 30 ottobre.
Orari: feriali e festivi dalle 16,30 alle 19,30
Lunedì, giorno di chiusura.