Questa segreteria provinciale ha inteso organizzare nei giorni 16 e 17 ottobre una
raccolta di firme e sarà presente dalle ore 10,00 alle ore 18,00 nella piazza Cavalli.
Avvilimenti e frustrazioni, dovuti ad un mancato interessamento delle istituzioni che
non si vogliono occupare di risanare questa cronica distorsione del sistema. Quanto
accaduto alcune settimane fa a Montale, dove l’equipaggio di una nostra volante è
intervenuto per quello che sembrava il pestaggio ai danni di una donna ed invece subito
dopo ha avuto un risvolto del tutto inaspettato per gli agenti che si sono trovati
circondati da un folto gruppo di immigrati, tutti sudamericani, tutt’altro che intimoriti
dal fatto di trovarsi di fronte a dei rappresentanti dello Stato in divisa, e con
conseguenze note ai quotidiani che si sono interessati del caso, non può e non deve
accadere in un Paese civile. È per questo che si rende necessario un intervento mediante
una raccolta firme, che verranno consegnate al Ministro dell’Interno per sollecitare in
primis l’invio di personale della Polizia di Stato e riportare quanto meno l’organico
della questura alla normalità dei numeri previsti. I cittadini hanno il diritto di essere
informati che l’apparato sicurezza sta collassando. Non ci sono le condizioni per poter
garantire un normale svolgimento dei servizi, né ci sono mezzi idonei a salvaguardare
l’incolumità degli stessi operatori addetti alla sicurezza di questa città. Temi che oggi ci
ritroviamo a discutere con i nostri concittadini i quali sono sempre attenti a questi
problemi e finora ci hanno dimostrato tanta solidarietà. Ma chi dovrebbe avere cura
delle problematiche dei poliziotti? Dalle Istituzioni politiche non abbiamo mai preteso
una prova di coraggio, tanto meno di scegliere se stare con gli uni o con gli altri; l’unica
espressione del Sindacato Autonomo di Polizia rivolta ai rappresentanti politici locali
era e rimane la stessa: la richiesta di poter essere ascoltati per constatare in quali
condizioni versano i poliziotti piacentini, che cercano di adoperarsi al meglio per il bene
della collettività, talvolta pagando a caro prezzo quel giuramento di fedeltà reso allo
Stato e le sue leggi.
L’invito a discutere e conoscere i nostri disagi lo rivolgo a tutti i rappresentanti politici
ed istituzionali. Potrà essere un occasione per avvicinarsi agli uomini in divisa che non
chiedono altro se non di lavorare in condizioni di efficacia e dignitose. In queste due
giornate incontreremo anche i rappresentanti della Consulta Sicurezza e degli altri Corpi
di polizia per avere uno scambio di opinioni, solidarietà e sicuramente convergenze su
programmi futuri, sperando di condividerli poi con i rappresentanti istituzionali, per un
futuro migliore e garantire le aspettative di tutti i cittadini, noi compresi.