Sciopero generale, annunciato dalla Cgil, che anche a Piacenza prende forma, in difesa dell'articolo 18 e contro il Jobs Act, la riforma del mercato del lavoro proposta dal governo Renzi. Alla presenza del segretario Gianluca Zilocchi, il segretario Fiom Ivo Bussacchini e Stefania Bollati per la Funzione pubblica, sono state presentate le iniziative per lo sciopero che interesserà tutti i settori, a parte le categorie che prevedono preavviso.
“Le assemblee sono partite nei magazzini, nelle fabbriche, e il clima è positivo” ha esordito Zilocchi, partendo dalla preparazione a questa mobilitazione che vedrà la Cgil da sola, cioè senza Cisl e Uil.
In previsione della grande manifestazione di Roma, del 25 ottobre, dal titolo “Lavoro, dignità, uguaglianza, democrazia”, il 16 ottobre è previsto lo sciopero generale di otto ore, a livello regionale. La manifestazione si terrà a Bologna, dalle 9 alle 13.
Per partecipare, hanno fatto sapere dalla Camera del lavoro, sarà possibile presentarsi alle 7 del mattino nel parcheggio dello stadio Garilli a Piacenza (oppure in località Barabasca a Fiorenzuola), con arrivo previsto per le 9, orario d’inizio della manifestazione che si chiuderà alle 13.
“Altri sindacati hanno fatto scelte diverse, noi pensiamo che fra i lavoratori si chieda invece un'unitarietà – ha continuato il segretario Zilocchi -. Ma al di la di questa diversa visione, il contributo specifico del territorio piacentino sarà sul settore della Logistica e un pullman sarà occupato solo da facchini. In questi mesi, senza urlare come fanno altri, abbiamo fatto passi avanti in questo settore, concludendo molti accordi e registrando un incremento dei tesseramenti, quasi 200 l’anno”.
“E’ dimostrabile con i fatti che dal 2007-2008 noi avevamo annunciato l’arrivo di un cataclisma nel mondo del lavoro. E si doveva partire dalla riforma degli ammortizzatori sociali ma nobn siamo stati ascoltati” ha aggiunto Ivo Busacchini. “Il tema non è dare libertà di licenziamento, perché ci sono 46 forme di precarietà. Bisogna invece estendere la cassa integrazione”.
“Se passa l'idea che non c'è bisogno della mediazione si mette in discussione la stessa esistenza del sindacato. Muore la possibilità per la gente di avere risposte. Mi sembra ci si stia avviando al Medioevo del mondo del lavoro” ha detto invece Stefania Bollati.