Tagli al personale e precari, Eataly risponde alle accuse: “Adesso basta!”

Lavoratori precari, assunzioni a tempo determinato, stipendi inadeguati. Sono alcune delle accuse che vengono mosse all'indirizzo di Eataly da parte delle sigle sindacali delle città dove la catena è presente. Il caso che forse ha fatto maggior scalpore riguarda la filiale di Firenze dove i sindacati parlano di un drastico taglio al personale avvenuto nel giro di soli 8 mesi dopo l'apertura: degli iniziali 120 lavoratori ne sarebbero rimasti circa la metà. Oggi Eataly sceglie di rispondere con un comunicato ufficiale che esordisce con un eloquente "Ora basta!".

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IL COMUNICATO DI EATALY

In un paese dove in tanti urlano, ci eravamo ripromessi di non farlo, ma ora ci vediamo costretti ad intervenire per ripristinare la verità.
1) I nostri collaboratori assieme ai nostri fornitori sono la cosa più importante. Solo grazie a loro abbiamo sviluppato Eataly, un’azienda giovane, ha solo 7 anni, però già riconosciuta nel mondo come un grande marchio di qualità italiana. Con la stragrande maggioranza di loro abbiamo un rapporto splendido e chi viene nei nostri negozi senza preconcetti lo può vedere subito.

2) In tutti gli Eataly, aperti da almeno 3 anni, la percentuale dei lavoratori a tempo indeterminato va dal 70 al 90% con una media dell’80% (Torino Lingotto, Torino Lagrange, Pinerolo, Monticello, Genova, Bologna).

3) A Roma è del 50% e arriveremo all’80% entro gennaio. A Bari è già più dell’80%. A Milano e Firenze (aperti da pochi mesi) sarà del 50% entro fine 2014 e andrà all’ 80% entro il 2015. Tutto ciò era già previsto dal nostro naturale programma.

4) È fisiologico che il nostro mestiere (macellai, salumai, panettieri, cuochi, camerieri etc…) richieda un periodo di conoscenza reciproca prima di una conferma di stabilità. Ci rendiamo conto che non è semplice lavorare da Eataly. Occorre imparare un mestiere, metterci impegno, saper accogliere i clienti con gioia e professionalità. Chi non supera questa prova ci resta male. Ma non abbiamo alternative. Eataly non ha mai messo personale in cassa integrazione a spese dello Stato. Creare posti di lavoro stabili, nel nostro mestiere, comporta questo rischio e ce ne assumiamo la responsabilità. Preferiamo questo all’alternativa di non aprire più in Italia.

5) In ogni caso nessuno (indeterminato, interinale o determinato) da Eataly percepisce, al primo impiego, meno di 1000 Euro netti al mese per 40 ore settimanali, oppure la cifra corrispondente se fa meno ore. Come nessuno (amministratori compresi) percepisce più di cinque volte lo stipendio minimo.

6) Quasi tutti i lavoratori di Eataly, occupati da almeno un anno, hanno sempre percepito la 15esima mensilità, come premio al proprio impegno, anche se non dovuta. Tutti hanno diritto ad un pasto negli stessi ristorantini dei clienti, anche se non dovuto e al pagamento dal primo giorno di malattia, anche se non dovuto. Eataly riconosce il ruolo dei sindacati, con cui esiste un dialogo sempre aperto per la tutela dei lavoratori.

7) Dal 2007 ad oggi Eataly ha creato circa 4000 posti di lavoro in Italia e all’estero ed esiste un buon rapporto di stima reciproca con la stragrande maggioranza dei lavoratori. Possono esistere casi di alcuni lavoratori non confermati che magari, legittimamente, considerano un’ingiustizia la non conferma, come d’altra parte Eataly legittimamente la considera giusta. Ma questi pochi casi non possono essere presi d’esempio, da media ingiusti, addirittura per inventarsi un “metodo”. E soprattutto è ingiusto non sentire la nostra versione dei fatti.

8) Dal 2007 ad oggi Eataly ha ridato vita a numerosi luoghi di pregio chiusi o addirittura dimenticati. Dalla fabbrica Carpano di Torino all’Air Terminal Ostiense di Roma, dall’ala monumentale della Fiera del Levante di Bari al Teatro Smeraldo di Milano, per citarne solo alcuni. Restaurandoli con propri investimenti e senza 1 euro di contributo pubblico.

Infine vogliamo ricordare che in questi sette anni abbiamo realizzato corsi di educazione alimentare gratuiti per oltre 20.000 bambini e 10.000 pensionati, più un gran numero di attività di servizio pubblico, con una spesa di alcuni milioni di euro tolti ai nostri profitti…i quali non sono mai stati distribuiti ai proprietari ma sempre reinvestiti per creare altri Eataly e dunque altri posti di lavoro. Il lavoro non si crea per decreto ma nasce dal coraggio dell’impresa e dall’impegno dei lavoratori. A Eataly entrambe le cose non mancano.

Purtroppo lo scenario in generale non aiuta l’intrapresa, né degli imprenditori, né dei lavoratori. Ma se a ciò si aggiunge un’informazione parziale o addirittura distorta, mirata a screditare allo scopo di ottenere visibilità tutto diventa molto, molto difficile.