Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Centro islamico di Piacenza, con il quale intende dissociarsi dall'Isis, il gruppo estremista che sta mettendo a ferro e a fuoco il Medio Oriente sotto i vessilli dell'Islam. Una presa di posizione netta, da parte dei musulmani piacentini, che addirittura arrivano a mettere in dubbio la fede che viene sbadierata da questi estremisti: "E' lecito persino chiedersi se costoro siano realmente musulmani" si legge nella nota.
LA COMUNITA' ISLAMICA – "La vera sensibilità islamica guida e ispira oltre un miliardo e mezzo di Credenti nel Mondo. L'Islam è una religione di pace, amore e fratellanza. I paesi musulmani, spesso eterogenei etnicamente e culturalmente, hanno sviluppato storicamente un'invidiabile grado di convivenza fra i popoli, dimostrandosi terreno fertile per sintesi culturali e sincretismi.
Come Musulmani di Piacenza riteniamo che l'Islam professato nei nostri Centri Culturali sia inclusivo, virtuoso e solidale. Ed è proprio grazie ai nostri Centri se possiamo praticare e diffondere, alla luce del giorno, il vero Islam, ostile agli estremismi e da sempre favorevole al dialogo e all'integrazione con il resto della città, come dimostrano le numerose iniziative interreligiose e interculturali organizzate dal nostro Centro.
La Comunità Islamica di Piacenza e Provincia condanna senza appello le atrocità commesse, in nome di Dio, da un gruppo sanguinario transnazionale e mercenario denominato Isis. E' lecito chiedersi persino se costoro siano realmente Musulmani poiché agiscono in maniera totalmente contraria all'Islam, religione di pace e fratellanza.
L'Isis viola sistematicamente i precetti coranici, adottando un comportamento semplicemente anti-islamico. E' un gruppo composto da qualche migliaia di fanatici che si richiama abusivamente all'Islam e al Califfato che non può' di certo dirsi rappresentativo del mondo musulmano.
Come Comunità ci preme ricordare che il rispetto e la protezione delle minoranze etniche e religiose e, in generale di tutte le popolazioni che vivono in un Paese o territorio governato dai musulmani, é un dovere ineludibile di qualunque potere che si richiami all’Islam. Invece abbiamo assistito impotenti a sgozzamenti, decapitazioni, crocifissioni, persecuzioni alle minoranze etniche e religiose e a tutti coloro contrari alla loro folle ideologia. Siamo spettatori involontari di una violenza inaudita, di uno spettacolo raccapricciante che nulla ha che vedere con la religione islamica.
Il Jihad di cui parlano a sproposito i capi dell'Isis non ha nulla a che vedere con le uccisioni di massa da loro perpetrate, con i giudizi sommari emessi da sedicenti e autoproclamate autorità religiose, prive di conoscenza e di coscienza islamica. Il Jihad è invece sforzo quotidiano sulla via di Dio, è la lotta e la tensione interiore fra il bene e il male nella vita di ogni peccatore.
Non sono competenti né moralmente né scientificamente a rappresentare il mondo musulmano e a rifondare l'istituzione del Califfato. Nessuno dei presunti leader di questa organizzazione sanguinaria ha le qualifiche umane per arrogarsi il diritto di diventare il “Principe dei musulmani”, il Califfo, successore legittimo del Profeta Mohamed, il quale deve avere virtù umane di giustizia e obblighi di protezione nei confronti della popolazione che governa, siano essi musulmani o non musulmani. La figura del Califfo, nella nostra Tradizione, è garante di pace e non di guerra, di unione fra le varie comunità e non di settarismo.
Consideriamo quindi l'Isis un'organizzazione terroristica, uno stato fantoccio, con un leader abusivo e dalle pratiche apertamente anti-islamiche. Una formazione armata pericolosa per i già precari equilibri mediorientali.
Anche noi Musulmani, siamo vittime dell'estremismo dell'Isis, della diffamazione che esso porta nei confronti di tutto il mondo islamico, parte del quale si è già mobilitato contro di esso.
Tuttavia bisogna usare i termini con cautela, evitando facili generalizzazioni. Crediamo che sia giunta l'ora di spezzare quel legame fra “estremismo e Islam” venuto a crearsi nel tempo e nelle menti, non senza la complicità di alcuni media e di certa politica: l'idea che il terrorismo sia connaturato all'Islam è un'idea profondamente errata ed è una delle cause dello sviluppo di un nuovo tipo di razzismo, l'islamofobia.
Sono esistiti e esistono integralismi cristiani, radicalismi ebraici, fondamentalismi induisti, estremismi razzisti e terrorismi di natura politica e nazionalista. In quanto Musulmani di Piacenza, Musulmani Italiani e Europei, condanniamo con forza tutte le forme di terrorismo e di estremismo di matrice religiosa e politica.
Dalle società occidentali di cui facciamo parte, c'è bisogno di riflessione e di autocritica. C'è bisogno di tornare a ricordare, e a chiederci tutti: come dalla guerra in Iraq e Afghanistan durata più di 10 anni, e avviata per “esportare la democrazia” e “combattere il terrorismo nel mondo” si sia giunti ad un nuovo mostro, all'Isis? C’è da capire se la guerra sia lo strumento più adatto a sconfiggere la minaccia del terrorismo, o se essa debba essere affiancata o sostituita da altri mezzi.
Una cosa è certa: sconfiggere il terrorismo non può e non deve essere un compito delegato alle potenze occidentali, ma deve avvenire tramite una risposta coordinata da parte di tutta la comunità internazionale.
Infine, come Musulmani, il nostro più profondo augurio è quello di veder crescere i nostri figli, e tutte le future generazioni, in un mondo più giusto e equo, libero dai veleni dell'estremismo e dalle devastazioni delle guerre".