Sembrava tempo di gioire per il carcere piacentino e invece il garante dei detenuti, Alberto Gromi, ha riportato tutti con i piedi per terra. E’ vero che il sovraffollamento, problema atavico della casa circondariale delle Novate, così come di molte altre in Italia, è diminuito. Ma è vero anche, ha detto il professor Gromi ai nostri microfoni, che “permangono carenze strutturali e organizzative che, nonostante non provochino penalità o indignazione da parte dell’opinione pubblica, che non hanno ancora trovato soluzione”.
Per il garante dei detenuti, per esempio, “il nuovo padiglione recentemente inaugurato è bellissimo, però quello vecchio è fatiscente. E non ci sono risorse per la manutenzione, essendo diminuiti drasticamente i fondi per far lavorare i carcerati all’interno delle Novate. Insomma, ci sono le strutture ma senza strumenti e mezzi per mantenerle in attività come dovrebbe essere”.
SOVRAFFOLLAMENTO – Accompagnati dalla direttrice, Caterina Zurlo, e da personale della Polizia penitenziaria, Desi Bruno, Garante regionale delle persone private della libertà personale, e Alberto Gromi, Garante comunale di Piacenza, lo scorso 26 settembre hanno visitato la Casa circondariale piacentina.
In linea con il complessivo dato regionale relativo alle presenze, si conferma l’abbattimento dei numeri e non si ravvisano profili di sovraffollamento: alla data del venerdì 26 settembre, risultano presenti 320 detenuti del circuito media sicurezza (fra questi 10 donne), di cui 216 stranieri e 149 i tossicodipendenti. Nella vecchia struttura sono collocati 235 detenuti, 85 nel nuovo padiglione (due detenuti possono lavorare all’esterno, uno è in regime di semilibertà).
Risulta in aumento il numero dei condannati in via definitiva (254), e anche in ragione di ciò si avverte la carenza di un numero adeguato di professionalità con competenze giuridico-pedagogiche, che seguono direttamente il percorso trattamentale della popolazione detenuta. È intenzione dei Garanti provvedere a sollecitare gli organi competenti.
Appare pienamente applicata la disposizione dipartimentale che prevede il regime “a celle aperte”, con i detenuti che possono stare fuori dalla camera di pernottamento per almeno per otto ore giornaliere, e possono utilizzare gli spazi comuni presenti. Risulta perciò prioritario riempire di contenuto il tempo che i detenuti possono trascorrere al di fuori della cella con il potenziamento dell’offerta trattamentale. Diversi i progetti in cantiere, con particolare riguardo alle attività lavorative: un laboratorio per la pasta fresca negli spazi della vecchia lavanderia; la coltivazione di piante officinali; apicoltura; legatoria (negli spazi del nuovo padiglione).
Il Garante di Piacenza ha informato dello stanziamento di risorse da destinare alla popolazione detenuta (circa 10.000 euro) che, per il tramite della Caritas, verranno utilizzate per finanziare il lavoro domestico interno. Grazie a un finanziamento comunale e alla collaborazione dell’Ufficio scolastico provinciale, è previsto il ripristino della palestra, con la presenza settimanale di un insegnante di educazione fisica.
Nel nuovo padiglione la vigilanza è garantita da un sistema di videosorveglianza contiguo ma esterno alla sezione, con l’intervento del personale a chiamata, attraverso un citofono, del detenuto, ovvero quando se ne ravvisi l’opportunità. Nella nuova struttura esce confermata la congruità degli ambienti dal punto di vista degli spazi e della luminosità, anche con le docce nel bagno all’interno della cella.
In linea con quanto previsto dalla definizione del nuovo circuito regionale, la struttura si sta caratterizzando per una importante presenza in termini numerici di detenuti sex-offender (collocati in due sezioni), mentre sono in corso di valutazione contatti per l’avvio di progetti per il trattamento e la presa in carico di autori di reati sessuali, per contrastare l’alto rischio di recidiva.
È attivo, con cinque posti letto, il Reparto di osservazione psichiatrica, in grado di ospitare persone detenute in regione che necessitano di osservazione psichiatrica per una permanenza massima di trenta giorni. Sono attivi anche il corso di alfabetizzazione e la scuola media: quest’anno verrà garantita anche la terza classe della scuola professionale, consentendo l’accesso alla qualifica di operatore agroalimentare.
(rg)