Grasso agli studenti: i giovani contribuiscano alla cultura della legalità

Serata piacentina per il presidente del Senato, Pietro Grasso, seconda carica dello Stato, che in uno stracolmo Salone di palazzo Gotico ha parlato sul tema “Cosa ostacola la legalità”, nell’ ambito della terza giornata del Festival del Diritto.

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Prima dell’ incontro pubblico, Grasso si è fermato a dialogare con i redattori delle testate studentesche piacentine che gli hanno posto alcune domande alle quali il presidente ha prontamente risposto.

Gli studenti del Colombini, dell’ Ipsia Leonardo Da Vinci, del Respighi, del Romagnosi, del Marconi, dell’ istituto comprensivo di Cadeo e Pontenure ma anche della LUISS di Roma, hanno posto quesiti, anche di stretta attualità, riguardanti ad esempio il caso De Magistris o la riforma del Senato.

E’ proprio da qui che Grasso è partito, ricordando che il testo è solo alla prima lettura a Palazzo Madama e poi deve passare alla Camera, successivamente, ha bisogno di quattro letture, deve tornare nuovamente al Senato e alla Camera e deve essere completata con un referendum. “Siamo all’ inizio di una procedura di riforma della Costituzione molto complessa”.

Secondo la riforma, il Senato del futuro sarà composto da consiglieri regionali e sindaci eletti nell’ ambito delle stesse regioni e le sue competenze cambieranno: il Senato deciderà solo su leggi costituzionali o riguardanti le autonomie locali o riguardanti i rapporti con l’ Europa. Sarà un Senato completamente diverso e si cercherà così di accelerare l’iter legislativo.

Il diritto alla cittadinanza è il secondo argomento su cui Grasso ha risposto: “io sono sempre stato fautore ad allargare questo diritto e integrare quelle persone che hanno scelto l’ Italia come sede dei loro interessi, dei loro affari e del loro lavoro.

Sono stato in parecchie scuole in cui ci sono ragazzi stranieri – prosegue Grasso – che sono integrati, che fanno percorsi di legalità ed è assurdo che partecipino a costruire la legalità di un paese di cui non sono cittadini.

Non credo che basti soltanto lo ius soli, cioè il diritto acquisito nascendo sul suolo italiano: può essere uno degli elementi ma non deve essere esclusivo. Questo diritto deve costituirsi con la dimostrazione di una integrazione effettiva”.

“Per me – a poi proseguito Grasso rispondendo a un’ altra domanda – la cultura della legalità è qualcosa di più del semplice rispetto delle regole ma è l’ insieme di princìpi e comportamenti di uguaglianza che sono insiti nella nostra Costituzione e che devono essere colti come un metodo di convivenza civile attraverso il quale entrare nella comunità, grazie a questi princìpi di tolleranza, partecipazione, solidarietà e invito alla pace”.

Poi Grasso lancia, agli studenti presenti, un’esortazione: “Dobbiamo pensare che la legalità è il baluardo attraverso il quale si possono difendere i più deboli della nostra società. I giovani certamente devono contribuire a questa cultura della legalità attraverso la formazione e comprendendo che questi princìpi, come solidarietà e partecipazione, io penso che i giovani che hanno la voglia di cambiare il mondo e reagire alle prepotenze devono mettersi insieme, lottare e darsi nuove energie per cercare di portare avanti queste idee, questi princìpi in cui devono credere”.  

Una domanda ha riguardato il caso De Magistris, il sindaco di Napoli, condannato per l’inchiesta "Why not".

“Io ho detto una cosa molto semplice: c’è una legge, la Severino, che va applicata. De Magistris può scegliere se dare le dimissioni o aspettare che qualcuno – come il Prefetto – applichi la legge, peraltro già applicata nei confronti del senatore Berlusconi, altri senatori e tanti altri sindaci, coinvolti in analoghi incidenti giudiziari. Mi pare di non aver detto nulla di anormale: bisogna applicare la legge”.

Grasso termina con quella che in realtà era stata la prima domanda: è possibile un mondo senza mafia o è un’ utopia?

“Io ritengo che è necessario credere nell’ utopia che viene spesso vista come qualcosa di irraggiungibile – ha detto Grasso –  ma la storia ci insegna che molte idee, che sembravano utopie, si sono realizzate: pensate al movimento femminista, alle donne che fino a metà del secolo scorso non votavano oppure alll’ eliminazione della segregazione razziale in alcuni paesi come il Sudafrica o l' America. Sembravano utopie ma si sono realizzate.

Quelle che sembrano delle cose irrealizzabili possono essere realizzate soltanto dai giovani che non hanno quel cinismo tipico degli anziani secondo i quali non può cambiare nulla. I giovani hanno un’ ingenuità che fa credere loro nel cambiamento. Sono sicuro che un giorno ci potrà essere un mondo senza mafia, intesa anche come metafora del potere, di un metodo fatto di prepotenze, corruzione, illegalità, ma anche fatto di violenza, di sangue e di morte perché la mafia è anche questo.

“Nella vita – ha concluso Grasso – si possono incontrare tanti maestri che ti insegnano e indicano la strada che devi percorrere ma per i giovani è meglio sentire dei testimoni che col loro comportamento e la loro vita dimostrano di credere in quelle idee che professano. Io ho avuto tanti maestri ma soprattutto dei testimoni accanto a me che mi hanno aiutato a capire che bisogna impegnarsi e non lasciarsi abbattere da quei piccoli insuccessi che capitano. Alcuni di questi testimoni li ho persi per strada, come Falcone e Borsellino, miei punti di riferimento, e pensando a loro io continuo nella mia azione”.