Si apre oggi la prima mostra del Piccolo museo della poesia a Piacenza, che ha inaugurato nel maggio scorso. L’unico spazio di questo tipo in Europa, che sabato 27 settembre dalle 17 in via Pace 5, avrà in esposizione le opere di Gino Gini e Fernanda Fedi, due artisti caposcuola in Italia della poesia visiva. “Sviluppano i libri d’artista, che sono particolari sculture tra poesia e scrittura – ha spiegato il presidente del Piccolo museo della poesia, Massimo Silvotti -. E con queste iniziative crediamo profondamente nell’importanza dell’intreccio dei diversi linguaggi artistici, perché poi l’arte è una sola”. Insomma, la poesia non è morta: “No, no. E poi se anche lo fosse la sentiremmo dall’aldilà. Anzi ci farebbe anche più compagnia”.
Gino Gini (Milano, 1939)
Dopo aver frequentato il Liceo Artistico ed essersi formato all’Accademia di Brera, comincia la propria attività artistica a partire dal 1968; da subito si interessa di Poesia Visiva e in particolare approfondisce gli aspetti della verbo- visualità, nello specifico della narrative art; promuove tra i primi la mail Art in Italia e, dal 1983, dà vita all’ Archivio Libri d’artista, sollecitando l’attenzione intorno a questo tema, organizzando mostre e scrivendo testi; Il libro d’artista resterà il suo territorio privilegiato con oltre 120 libri in copia unica.
Numerosissime le mostre personali (65) in Italia e all’estero; nel 1976 viene invitato alla 36° edizione della Biennale di Venezia e nel 2010 è artista e curatore (con F. Fedi) della IV Biennale Internazionale del libro d’artista alla Biblioteca Alexandrina in Egitto.
Attualmente (8 aprile – 15 giugno 2014) espone alcune sue opere alla Mostra: Nati nel ’30: Milano e la generazione di Piero Manzoni (Museo della Permanente a Milano) e alla Mostra: Dalla Poesia Concreta alla Poesia Visiva (Galleria Arionte Arte Contemporanea – Catania 3- 31 maggio)
Fernanda Fedi (Torino, 1940)
Ha compiuto studi artistici a Milano e Bologna, laureandosi con lode al DAMS con specializzazioni in Museologia, Museografia e Arte Terapia. Il suo percorso artistico e i suoi approfondimenti nel campo dei gruppi artistici degli anni ’70 (donna – artista e arte terapia) sono tutt’ora oggetto di studio per ricerche universitarie e tesi di laurea. Dopo una lunga ricerca nel campo strutturale (decennio ’68 – ’78), in cui spiccano le partecipazioni alla Quadriennale di Roma (1975) e la Biennale di Venezia (1976) e un periodo concettuale il cui motivo dominante è “l’assenza” (’79 – ’82), con la Biennale di Sao Paulo (1981) e l’esposizione al Museum contemporary art di Skopje (1981), a partire dal 1983 passa alla scrittura – segno, quale gesto della memoria, con particolare riferimento alla poesia, alla musica, alla scrittura antica ed arcaica reinterpretata.
Sono di questo periodo, che prosegue tutt’oggi, numerosissime Mostre personali e collettive tra cui si ricordano in particolare: Cenobio Visualità, Milano (1985); Antologica Museo Arte Moderna, Gallarate (1990); Washington Museum, Stati Uniti (1989 e 2006); Biennale Donna Palazzo Diamanti, Ferrara (1992); Galleria Vismara, Milano (1996 – ’99 – 2005); Biennale di Venezia (2007); MAC, Milano (2008); Museo Shangai, “I maestri di Brera”, Cina (2010); Galleria Quadrige, Nizza (2010) Biennale internazionale del libro d’Artista, Biblioteca Alexandrina, Egitto (2010); Biennale di Venezia, Torino (2011).