Salvatore Settis, archeologo e storico dell’ arte, già direttore della Scuola Normale di Pisa, è stato ospite questa mattina del festival del Diritto, in un affollato Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Settis ha colloquiato con Pietro Veronese sul tema “Diritto alla città e capitale civico”.
Proprio la città, come ha detto Settis ai nostri microfoni, è il luogo da cui ripartire perché la dimensione urbana è quella in cui la gente si riconosce, in particolare in Italia.
Lo studioso rivaluta anche fenomeni visti con un’ accezione negativa, come il campanilismo che invece è considerato una forza: la forza del particolarismo storico da cui ripartire per guardare le specifiche caratteristiche di una città e le possibilità di lavoro che essa può e deve creare. La città è stata fondata sul lavoro e deve dare alle generazioni future la possibilità di lavorare, altrimenti ne viene svilita la sua funzione.
Altro tema legato al lavoro e alla città è quello dell’ evasione fiscale, affrontato da Settis in conclusione del suo intervento e ribadito nella nostra intervista. “Il tema dell’ evasione fiscale – ha detto – va rilanciato: 154 miliardi di euro l’ anno di tasse non pagate metterebbero a posto la nostra economia in modo velocissimo. Perché i governi, sia di destra che di sinistra, non vogliono farlo?”
Dalla città sono inoltre partiti quei moti rivoluzionari, quelle grandi proteste popolari, anche recenti: Istanbul, New York, Madrid, hanno assunto uno spiccato carattere urbano come Occupy Wall Street o le piazze di Istanbul o di altre città. "Protestare in città vuol dire protestare per la città – ha detto Settis – e diritto alla città non vuol dire che essa non è concepita come uno spazio neutro ma come teatro della democrazia, come equilibrio tra il corpo del cittadino e quello della città: la dignità di uno e la dignità dell' altra"
Lo spazio urbano, ancora, come creatore di lavoro e dunque di futuro, è stato illustrato con l' esempio di una piccola città cinese divenuta una megalopoli grazie all’industria dell’ auto: la popolazione si è decuplicata e sono sorti grattacieli ovunque, “anche se io, a una città così preferirei Piacenza” ha detto Settis che poi ai nostri microfoni ha aggiunto che “Piacenza è una città storica con una dimensione straordinariamente civile, con grande densità monumentale. E’ una città considerata minore rispetto a Roma o a Firenze, ma se l’Italia minore è questa, allora siamo davvero un gran bel Paese”.