Chi lo ha detto che attraverso la tristezza non si possa ricercare l’ottimismo? Sicuramente non Enrico Nottoli, giovane scrittore Toscano, della Garfagnana, che domani sbarcherà a Piacenza con il suo ultimo libro, “Forse è solo vita”, accompagnato da critiche più che positive e che proprio attraverso il negativo sembra cercare l’ottimismo. E questa propensione dell’autore è testimoniata dalla sua immagine su Facebook, dove consegna la sua opera nientemeno che Stefano Benni, al quale dice: “Se non credessi nei sogni saprei che nel 99% dei casi lei non leggerà mai questo libro e non mi manderà mai un messaggio dicendo cosa ne pensa. Ma io ai sogni ci credo! E credo in quell'1%”.
Venerdì 19 settembre l’incontro si terrà alle Cantine Romagnoli a Villò di Vigolzone e sarà intervistato dal giornalista Mauro Molinaroli, nell'ambito di un'iniziativa organizzata da Mood Comunicazione.
Enrico Nottoli, classe ‘94 e studente della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Pisa, durante l’intervista rilasciata ai nostri microfoni, oltre ad avere le idee chiare sulla sua opera, ha dimostrato di non essere il classico giovane della generazione “social network”. Anzi, secondo lui proprio questa impellenza di “postare” tutto ciò che facciamo “ci sta un po’ rimbecillendo. Per il resto la mia generazione non ha ne più ne meno pessimismo di quelle precedenti”.
Nato a Castelnuovo di Garfagnana, ha pubblicato il suo libro per la Albatros e distribuito da Feltrinelli e ha già detto di averne un altro già pronto. Ma prima si sta affermando con quest’opera nata sui banchi universitari “durante le lezioni di filosofia, che mi hanno ispirato e aperto la mente” e promette di non passare inosservato. Anche perché, nonostante la tristezza che pervade il tormentato protagonista, pare essere proprio questo l’atteggiamento che, per l’autore, “è stato necessario scegliere. Una storia triste, che colpisce di più, per seguire lo schema del romanzo che si basa sull’eterno ritorno, più che sulla ricerca del paradiso, della redenzione. Ed era necessario per me avere un personaggio con una vita negativa, per far vedere che non bisogna percorrere un’esistenza di infelicità ma invece cercare la felicità, come contrappasso”.
Un uomo, rinchiuso in un ospedale psichiatrico ripercorre la sua vita con flashback per capire come mai si trova in quella situazione, fino al suicidio e all'inizio di una vita ultraterrena che lo porterà a tornare sulla terra. Questa la trama, nella quale “le vicende del personaggio – ha spiegato – sono solo la cornice al pensiero di fondo, cioè l’idea di ritorno, del vivere la stessa vita in continuazione”.
E nonostante la giovane età, come detto, Enrico Nottoli ha le idee chiare anche sulla sua generazione. Quella dei tweet, degli status e delle foto e i video pubblicati ad ogni passo della propria esistenza: “Soprattutto tra i più giovani, vedo che questi social network stanno distruggendo la mentalità dei ragazzi, perché ogni cosa viene fatta per farla vedere e non per se stessi. Il male è questo. Ci stanno forse un po’ rimbecillendo, speriamo solo che con il passare del tempo ci influenzino meno, anche se mi sembra purtroppo che non sia così”.
La presentazione del libro sarà accompagnata dall'esecuzione di alcuni brani degli Enerbia, il gruppo attivo nel campo della musica tradizionale e nella valorizzazione del repertorio dell'Appennino nord-occidentale.