Quattro anni di reclusione per tentato omicidio e porto abusivo di arma. L'arma è un coltello a serramanico con una lama lunga otto centimetri che Nicola Del Re, fiorenzuolano di 41 anni, aveva conficcato quasi totalmente (7 centimetri) nel fianco di un suo concittadino di 46 anni, poi ricoverato e operato d’urgenza. La vicenda risale al 22 ottobre dello scorso anno e nasce da una lite poi degenerata.
Il più giovane dei due fiorenzuolani prestava assistenza al padre dell’altro e quel giorno si è ritrovato il ben servito dall’anziano che non lo voleva più alle sue dipendenza perché, diceva, gli era stato rubato del denaro e i sospetti ricadevano proprio sul 41enne. Il quale ha negato con forza e, al contrario, ha incolpato del furto lo stesso figlio dell’anziano.
Tra i due – assistente e figlio dell’assistito – è scoppiata una lite furibonda nel corso della quale sono volati pugni e schiaffi; anzi, a detta dell’imputato – difeso dall’avvocato Roberto Ferroni – il primo a partire con un pugno al volto era stato proprio il 46enne dal quale, dunque, il più giovane si sarebbe difeso. Da qui la richiesta di inquadrare la fattispecie nell’ipotesi di “eccesso di difesa” e non certo di tentato omicidio. Per questo reato, invece, il pm Roberto Fontana ha chiesto la condanna dell’imputato a cinque anni di reclusione.
Il giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Bersani ha accolto la richiesta di condanna riducendola però a quattro anni di reclusione. Il gup ha inoltre disposto una provvisionale di 15mila euro a titolo di acconto sul risarcimento accogliendo la richiesta dell’avvocato di parte civile Emanuele Solari.