Vendemmia, l’assessore regionale Rabboni ospite alla tenuta Pernice

 L’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni ha scelto l’Azienda Vitivinicola Tenuta Pernice per la conferenza stampa del 12 settembre, una delle due organizzate su tutto il territorio regionale miranti a fare il punto sul settore e sulla vendemmia in corso. Una scelta non casuale da parte dell’assessore che aveva un obiettivo dichiarato: incontrare direttamente i produttori. L’Azienda, diretta oggi da Maria Poggi Azzali e dalla figlia Chiara, è associata a Confagricoltura Piacenza di cui Chiara Azzali è anche presidente della Sezione Vitivinicola.  La Tenuta Pernice in località Castelnovo di Borgonovo Valtidone si estende su 41 ettari di vigneti di proprietà impiantati e gestiti per produrre uve di qualità a cui si affiancano la cantina di produzione, tecnologicamente attrezzata per proteggere e valorizzare le tipicità dei vini piacentini, e la cantina di affinamento con locali climatizzati, barricaia e ambienti per la maturazione dello spumante metodo classico. “In questo momento stiamo raccogliendo Ortrugo – ha spiegato Chiara Azzali – lo stato sanitario delle uve è soddisfacente. Mancano un po’ di maturazione a causa dell’andamento climatico: l’abbondanza di piogge ed in maggior misura il fatto che molto spesso ci sia stato nuvoloso ha un po’ influito. La fotosintesi non è stata efficace come avrebbe dovuto essere ed è stata rallentata dalla nuvolosità persistente. Anche chi ha sfogliato le viti per aiutare il grappolo con l’esposizione si è trovato il grappolo ustionato dalla luce, non abituato al sole. Le premesse per un buon vino, tuttavia, ci sono comunque.  Certo non è possibile generalizzare, ci sono infinite variabili da cui dipende la qualità dell’uva: la tipologia e la pendenza del terreno, la varietà del vitigno, l’esposizione.  Mi preme però sottolineare – ha proseguito Azzali – che  anche in un’annata difficile, come certamente è questa, che produrrà dei vini con un grado zuccherino ed un grado alcolico un po’ più bassi, il protocollo di produzione integrata, che nella nostra azienda è adottato dal 1996, ha mostrato tutta la sua efficacia e validità. Innanzitutto – ha spiegato Azzali – trovo che l’inerbimento sia una grande soluzione perché protegge il suolo dall’erosione e dal dilavamento. Quest’anno ci ha aiutati parecchio contro le abbondanti piogge. In generale, inoltre, questa pratica mantiene in equilibrio la pianta per quanto riguarda la quantità di produzione; non solo, rende possibile effettuare i trattamenti nel momento più opportuno consentendo di entrare in vigneto sempre, mentre con il terreno lavorato, a volte, non è possibile agire a causa del fango.  Quanto alla sostenibilità economica ed ambientale, poi, devo dire che siamo arrivati a fine campagna effettuando solo otto trattamenti distribuiti lungo tutto il ciclo produttivo. Il contenimento degli agrofarmaci è stato possibile anche incrociando dati metereologici e quelli relativi all’andamento delle infestanti.  Che dire – ha sottolineato Azzali – ritengo che il protocollo di lotta integrata sia di grande valore e che meriterebbe maggior diffusione e valorizzazione,  perché è applicabile con relativa facilità a fronte di risultati notevoli: risparmio economico, qualità del prodotto e tutela per la salute degli operatori, dei consumatori e dell’ambiente. Come presidente della Sezione Vitivinicola di Confagricoltura Piacenza colgo l’occasione per chiedere espressamente alla Regione che continui ad investire e sostenere l’applicazione del protocollo di lotta integrata”.

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