" Ciò che più stupisce ed indigna nella vicenda che coinvolge Matteo Ricchetti e Stefano Bonaccini è il fatto che prima si sono preoccupati di scendere in campo per governare la Regione e, soltanto all'ultimo momento, hanno fatto verificare dai propri avvocati se erano indagati". Lo sostiene Tommaso Foti, del coordinamento regionale di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, che aggiunge "Eppure lo sanno tutti che da due anni la Procura della Repubblica di Bologna indaga sui rimborsi spese dei consiglieri regionali di tutti i gruppi consiliari, nessuno escluso".
"Forse che Ricchetti e Bonaccini pensavano, pur essendo stati consiglieri regionali in questa legislatura, di essere al di sopra di ogni sospetto ?" si chiede l'ex parlamentare che aggiunge "In casa PD avevano preparato già tutto: candidati e data delle primarie. I maggiorenti provinciali, anche a Piacenza, avevano già dichiarato con quale dei candidati presidenti della Regione si erano schierati. E poi questo finale di partita tanto farsesco, quanto prevedibile: uno spettacolo così deprimente, da fare rivoltare nella tomba i vecchi comunisti."
"Ma ciò che più stupisce è la puerile tesi di una "giustizia ad orologeria" che colpirebbe in questo momento il PD. Quasi – aggiunge Foti – che non tutti sapessero che la Procura di Bologna ha richiesto una proroga delle indagini che scade a fine ottobre. Accertato che la superiorità morale che la sinistra da sempre si attribuisce, finisce una volta per tutte in un bicchiere d'acqua, sarebbe però doveroso che tutti coloro che si trovano nelle posizione di Ricchetti e Bonaccini, ma non lo dicono, facessero un passo indietro."
"Senza entrare nel merito di un'indagine, la rilevanza penale della quale – se del caso – dovrà essere accertata nelle sedi deputate, rimane il fatto – continua l'esponente di Fd'I-AN – che si rischia di svolgere una campagna elettorale tra un avviso di garanzia ed un altro ai candidati, la qual cosa finirebbe per ulteriormente scoraggiare la partecipazione al voto da parte di un'opinione pubblica legittimamente schifata da un modo d'interpretare la funzione pubblica quanto meno poco edificante."
"Se alla politica si vuole tornare a dare una dignità, anche piccola, allora – conclude Foti – è in primo luogo la politica, e per essa i partiti, che devono evitare che la campagna elettorale, anziché riguardare il futuro della Regione, si incentri tutto sulle vicende giudiziarie di molti dei consiglieri regionali in carica. Ma per farlo, occorre chiedere un passo indietro a questi ultimi. Dopo tutto, anche comportamenti non penalmente rilevanti sono a volte moralmente ripugnanti."