Dal 6 settembre al 5 ottobre alla Galleria Biffi Arte si tiene la mostra “Deserti e Derive”.
Deserti e Derive è un navigare a vista fra i relitti dell’Occidente, circumnavigati dallo sguardo di cinque compagni di viaggio: Andrea Brera, Alessandra Chiappini, Isabella Dovera, Alessandro Savelli, Alessandro Spadari, e raccolti dalle parole di Giovanni Cella, che di questa mostra è curatore.
La mostra offre testimonianza della crisi alla quale tutti stiamo assistendo e che è figlia di un declino anche e soprattutto umano. Alla crisi i cinque artisti offrono la voce della propria arte, disegnando una mappa di linguaggi diversi eppure tutti laceranti ed eloquenti. Alessandra Chiappini ricorda la bellezza dell’arte antica e la struggente nostalgia delle sue (non mantenute) promesse di civiltà: e lo fa appoggiando su forme antiche velature delicate di colore, come soffi, quasi a temere il collasso definitivo delle vestigia di quei fasti lontani. Incisi, forti, violenti sono i volti di Isabella Dovera: anatomie nodose, già di spettro, un linguaggio di sguardi ciechi che ricorda un certo espressionismo fra le due guerre mondiali, e dunque è a sua volta inutile lezione di storia. Con Alessandro Savelli si torna al colore, ma sono cromie che non salvano, stesure orizzontali, lunghe come lande, un pigmento a tratti ostile, sotto la cui pelle brulica un mondo dalla sostanza misteriosa. Con i suoi relitti di navi Alessandro Spadari porta sulla tela il faticoso galleggiare del nostro tempo, fatto di simboli corrosi e di scafi arrugginiti, la stessa ruggine, la stessa corrosione di Scampia, falansterio del sacrificio di molte anime, fotografato con misericordioso rispetto da Andrea Brera.