Profughi a Pontedellolio: quiete dopo la tempesta. Chiarimenti, disponibilità e massima collaborazione da parte di tutti i soggetti coinvolti e l’accordo tra istituzioni, residenti e prefetto sulla necessità di trovare una nuova struttura diversa da quella attuale e più adatta alle esigenze di integrazione e di serena convivenza. Gli unici a non essere ancora stati contattati direttamente dalle istituzioni sono proprio i profughi: una quindicina di nigeriani tra i 18 e i 42 anni che tuttavia hanno già fatto sapere di avere le migliori intenzioni per quanto riguarda la volontà di integrarsi, di cercare un lavoro e, perché no, di organizzare qualche partita di calcio, sport di cui tutti e quindici sono grandissimi appassionati.
Clima decisamente più disteso, dunque, dopo l’incontro in Prefettura che si è svolto questa mattina su richiesta del sindaco Sergio Copelli e dei residenti di Riva, la zona residenziale dove si trova la struttura che ospita da due giorni gli stranieri. Il tema, appunto, era l’arrivo inatteso di questo gruppo di giovani africani “sbarcati” a Piacenza lo scorso marzo nell’ambito del piano nazionale di accoglienza profughi che distribuisce alle regioni, e in particolare alle prefetture dei capoluoghi regionali, le varie ondate migratorie in base al numero di residenti e ad altri criteri. A Piacenza sono oltre 150 gli stranieri arrivati negli ultimi mesi e alla fine di agosto, senza molta pubblicità (è il caso di dirlo), è stato fatto un bando per la gestione delle strutture per l’accoglienza. L’ha vinto l’associazione Ippogrifo («più che qualificata» ha sottolineato il prefetto Anna Palombi) che ha preso in affitto la struttura in questione a Riva di Pontedellolio, in una zona residenziale. Ed è proprio questo il problema, spiegano i residenti rappresentati questa mattina dal sindaco Copelli e dall’avvocato Paolo Montanari, anch’egli di Ponte. Il problema è che la struttura è una semplice casa, pensata per accogliere una famiglia e non certo quindici persone. La cosa ha turbato i residenti e anche le istituzioni, «ma più che altro per mancanza di informazioni in una realtà che non era preparata».
Il prefetto ha ammesso che in effetti la rapidità dei tempi in cui si sono svolti il bando e le procedure di trasferimento dall’Hotel Vip di Piacenza – dov’erano gli stranieri sino all’altro giorno, a Pontedellolio – può aver provocato qualche timore e perplessità. Ma ci ha tenuto subito a precisare che tutto l’iter è stato rispettato alla lettere e che «non esistono problemi di natura sanitaria o relativi alla sicurezza pubblica» in risposta da un lato alle istanze della Lega Nord, che lunedì proprio a Ponte ha organizzato una protesta contro l’arrivo dei profughi, e dall’altro dei consiglieri comunali piacentini di Fratelli d’Italia che ieri, in una nota ufficiale, paventavano il rischio di malattie e contagi per l’eventuale mancanza di controlli medici. «La prima cosa che viene fatta quando arrivano profughi nel territorio piacentino – ha assicurato Anna Palombi – è il loro trasporto nelle strutture sanitarie in modo che vangano fatti tutti i controlli e gli esami del caso. E posso garantire che questo problema, allo stato attuale, non esiste».
In confronto nell’ufficio del prefetto è durato circa un’ora all’insegna delle migliori intenzioni di collaborazione e sinergia. Si è quindi convenuto sul fatto che la struttura scelta per l’accoglienza dei profughi non sia forse tra le più adeguate e si sta ora lavorando per trovare soluzioni alternative «coinvolgendo il Comune e anche la parrocchia – ha spiegato Montanari – per cercare una nuova sistemazione sempre a Pontedellolio».