Il Bobbio Film Festival ha tributato il suo riconoscimento alla carriera di Piera Degli Esposti, un cammino, tra cinema e teatro, lungo oltre 40 anni e ricco di successi per colei che è stata definita “’o verbo nuovo”, nientemeno che dal grande Eduardo De Filippo che la vide recitare a teatro nel 1979 in “Molly, Cara” e ne rimase incantato.
Piera Degli Esposti è stata accolta con calore e affetto dalla platea bobbiese con il sindaco Roberto Pasquali presente in prima fila.
E' stata proiettata, prima della consegna del riconoscimento, una breve clip tratta da “L’ ora di religione”, film diretto da Marco Bellocchio, in cui la Degli Esposti dialogava con Sergio Castellitto, e successivamente si è passati alla premiazione con il Gobbo d’Oro che la Degli Esposti ha ricevuto direttamente dalle mani dello stesso Bellocchio il quale si è augurato di poter ancora lavorare in futuro con lei.
Subito dopo la premiazione è stata la volta di “Pulce non c’è”, altra opera prima di un giovane regista salernitano, Giuseppe Bonito, tratto da un romanzo di Gaia Rayneri.
Anche in questo caso i temi trattati sono molto delicati: si parla ad esempio di autismo e di presunta pedofilia, di cui è accusato il padre di Pulce, una bambina autistica che un giorno viene prelevata a scuola dai servizi sociali e condotta in una comunità proprio perché il padre, Pippo Delbono, è sospettato di aver abusato di lei.
La madre di Delbono è Piera Degli Esposti, la nonna di Pulce il cui nome è Margherita ma che viene chiamata con questo nomignolo in senso affettuoso dalla mamma, Marina Massironi e dalla sorella.
Ancora una volta il Bobbio Film Festival tratta argomenti molto importanti, con pellicole di ottima qualità ed è consolante per il cinema italiano che questi film siano opere prime di giovani registi, il che fa ben sperare per il futuro.