Veronesi: “La marijuana non fa male”, le opinioni dei piacentini

L’ affermazione è sicuramente destinata a far discutere perché a farla è un luminare, già ministro della Sanità tra il 2000 e il 2001, stiamo parlando di Umberto Veronesi che ha sentenziato che fumare marijuana non faccia male alla salute.

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Il chirurgo, da sempre favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere, argomenta la sua tesi pubblicata sul settimanale “Oggi”, in edicola questa mattina, dicendo che “i danni provocati dalla marijuana sono praticamente inesistenti”.

Veronesi continua il suo intervento definendo "infondata anche la credenza che la marijuana dia dipendenza e apra la strada all'uso delle droghe pesanti, come cocaina e morfina. Liberalizzare lo spinello non è malinteso permissivismo, ma una posizione realistica che punta alla riduzione del danno. Risulta che metà dei nostri giovani e molti adulti fanno uso di marijuana. Ha senso criminalizzarli?"

Il nostro microfono è sceso in strada a raccogliere le opinioni di piacentini. Anche in questo caso i cittadini si dividono in modo più o meno equo tra favorevoli e contrari con qualcuno che dà un maggior credito a queste affermazioni proprio perché a farle è l’ ex ministro: “Veronesi è Veronesi, se lo dice lui…”

In parecchi si dimostrano d’ accordo con  l’ uso (ma non con l’ abuso) di quella che è una sostanza utilizzata a scopo terapeutico.

Non mancano anche le voci preoccupate, come quella di una giovane mamma, secondo cui lo spinello fa male.

Veronesi non è nuovo a polemiche provocate dalle sue affermazioni: in passato si era schierato a favore degli inceneritori, sostenendo che non sono affatto nocivi, e si era dimostrato favorevole alla costruzione di nuove centrali nucleari, suscitando il disaccordo del premio Nobel Carlo Rubbia che era seduto allo stesso tavolo.

Avevano fatto discutere anche le sue posizioni su eutanasia, anche infantile, testamento biologico e Organismi Geneticamente Modificati nonché sulla sperimentazione animale verso la quale lo scienziato si è detto contrario.