“La vicenda non c’entra nulla con questioni sessuali. Lo scopo della visita di Grassi e Civardi al professore era legata all’intenzione dei due di aprire un’attività commerciale in Thailandia. Manesco aveva trascorso una quindicina di anni lì, si era offerto di offrire chiarimenti e libri di testo. E poi il mio assistito si dichiara eterosessuale”. Lo afferma Andrea Bazzani, avvocato difensore di Gianluca Civardi, il 30enne accusato dell’omicidio del professore milanese, di rapina e di occultamento di cadavere. In questi giorni i contatti tra il legale e l’indagato sono fitti.
“Stamattina l’ho trovato tranquillo, mi ha riconfermato la versione che ha fornito e cioè che non ha commesso il delitto. Certo non è una situazione bella, ma tutto sommato tiene botta, ha una certa lucidità, è solido. Non si può dire che si professi innocente. Innocente è uno totalmente estraneo, Qui non c’è la totale estraneità. Si dichiarano innocenti per l’accusa di omicidio. In realtà però gli addebiti che muove la procura riguardano anche l’occultamento di cadavere”. Civardi insiste sulla presenza del terzo uomo, ipotesi sul quale sembra trapelare un certo scetticismo da parte degli inquirenti. “Non è escluso il fatto che esista la terza persona, ci sono accertamenti in corso anche, con il dna, le impronte dattiloscopiche, si accerterà se gli ospiti in quella casa erano due o tre. Certo la procura sta eseguendo indagini a 360 gradi”.
Intanto si apprende che era stato Grassi a conoscere qualche anno fa il professore Manesco, in modo incidentale, in un ristorante e, da allora, a mantenere contatti sporadici con lui. “Ripeto, i due ragazzi volevano trasferirsi in Thalilandia per aprire un’attività commerciale, il professore aveva abitato una quindicina di anni e si era offerto di offrire chiarimenti e libri di testo. Lo scopo della visita era quello. Le luci rosse non c’entrano nulla”.
Stamattina ci sono stati i conferimenti degli incarichi da parte della procura. “Sono particolarmente soddisfatto perché non vengono sottovalutate le esigenze della difesa. Il piemme non sta cercando di muoversi per provare la colpevolezza, ma in primis l’accertamento dei fatti. E questa è una garanzia”.