Un uomo schivo, solitario e singolare negli atteggiamenti. Così è stato descritto Adriano Manesco, il 77enne ucciso, il cui corpo sezionato è stato trovato nel pomeriggio di venerdì 8 agosto all'interno di un trolley gettato in un cassonetto della spazzatura a Lodi, vicino ala stazione. E sono due gli arrestati, entrambi 30enni piacentini, sospettati del delitto. Gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo sul caso, anche se – nonostante non vi siano per ora conferme ufficiali – pare che i due abbiano confessato l'atroce delitto e ora gli inquirenti stanno indagando nel mondo degli incontri a luci rosse. Incontri che, a quanto pare, sarebbero avvenuti, almeno in parte, nell'abitazione che l'uomo aveva a Piacenza. Un appartamento in via del Capitolo 74, nell'omonimo quartiere, dove sono molti coloro che lo ricordano. Non certo per la loquacità, quanto per la singolare compostezza di quell'ex professore universitario in pensione che spesso veniva visto alla mattina presto, verso le 6.30, prendere un pullman che presumibilmente lo accompagnava in stazione per tornare a Milano, dove abitava da oltre 50 anni. Un uomo sempre ben vestito, Manesco, cordiale e di poche parole, sempre in compagnia di una valigetta ventiquattr'ore: raramente veniva notato entrare nella palazzina del Capitolo, ma molto più spesso veniva visto uscire la mattina all'alba per prendere sempre quello stesso pullman da pendolari. Segno, questo, che forse può giustificare il blitz della polizia nell'appartamento, dopo il ritrovamento del cadavere. È fra quelle quattro mura che, si sospetta in attesa di conferme, forse avvenivano gli incontri a luci rossi che avrebbero coinvolto i due 30enni arrestati.