Omicidio Manesco, Gianluca e Paolo confessano. Lunedì l’autopsia

Delitto Manesco, Paolo Grassi e Gianluca Civardi
Delitto Manesco, Paolo Grassi e Gianluca Civardi

AGGIORNAMENTO ORE 17,30 – Hanno confessato i due giovani piacentini autori dell’omicidio di Adriano Manesco: si tratta di Gianluca Civardi, 31 anni, di Fiorenzuola D’Arda, e Paolo Grassi, 30 anni, nato a Codogno e residente a Piacenza. La notte  tra giovedì e venerdì i due erano stati notati da alcuni abitanti di via Nasalli Rocca mentre erano intenti a gettare in un cassonetto gli abiti ancora sporchi di sangue. Nella loro auto gli agenti intervenuti sul posto avevano trovato un telo di plastica, una pistola giocattolo, un taser e un notebook di proprietà del professore. Erano stati così accompagnati in questura dove, dopo un lungo interrogatorio, avevano confessato di aver ucciso l’ex professore di 77 anni. Lunedì sarà notificata la convalida dell’arresto. La confessione è stata resa agli investigatori della polizia di Piacenza. Sembra che i due 30enni frequentassero il professore da qualche tempo. Gli inquirenti stanno ora cercando di stabilire il movente all’omicidio, che potrebbe essere di natura sessuale. L’omicidio sarebbe avvenuto nell’abitazione milanese di Manesco, in via Settembrini giovedì tra le 17 e le 22: i due avrebbero tentato di eliminare ogni traccia dell’atroce omicidio pulendo accuratamente l’appartamento. Gli investigatori della scientifica, però, avrebbero comunque rilevato tracce di sangue.


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Omicidio del trolley, lunedì autopsia su cadavere e convalida dell’arresto 

AGGIORNAMENTO 9 agosto, ore 12.30 – Sarà lunedì il giorno decisivo per cercare di fare luce sul delitto di Adriano Manesco, il 77enne professore universitario in pensione, il cui cadavere è stato ritrovato ieri pomeriggio a Lodi. Un omicidio particolarmente efferato, visto che il corpo è stato sezionato, messo all’interno di un trolley e gettato in un cassonetto della spazzatura vicino alla stazione ferroviaria della città lombarda.

Sul corpo dell’uomo è prevista per lunedì l’autopsia, che sarà curata dal medico legale Luisa Andrello, coadiuvata dai tecnici Carlo Torregiani e Viola Lamberti. E sempre l’11 agosto, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Piacenza deciderà se convalidare o meno il fermo dei due giovani piacentini arrestati perché sospettati del delitto. I due, a quanto pare – anche se la circostanza non è ancora confermata da fonti ufficiali – avrebbero confessato di aver ucciso l’uomo nella sua abitazione di Milano, in seguito l’avrebbero immerso nella vasca da bagno e, infine, ne avrebbero sezionato il corpo per poi riporlo nel trolley che è stato ritrovato a Lodi.

AGGIORNAMENTO ORE 22,25 – Si chiamava Adriano Manesco, 77 anni, l’uomo brutalmente ucciso il cui cadavere, fatto a pezzi e nascosto in una valigia, è stato ritrovato questo pomeriggio, venerdì 8 agosto, all’interno di un cassonetto in via Gandini a Lodi. L’uomo, che pare non abbia parenti, era un professore universitario in pensione da oltre 10 anni. Manesco, inoltre, era un compagno di classe di Silvio Berlusconi al liceo classico dei salesiani di via Copernico, a Milano. Intanto gli inquirenti continuano a indagare sulla vicenda dopo aver fermato due uomini di circa 30 anni – piacentini, uno residente alla Besurica, l’altro a Fiorenzuola – fermati ieri proprio in via Nasalli Rocca a Piacenza mentre si stavano liberando di vestiti macchiati di sangue: sarebbe stato proprio uno di loro a fornire indicazioni su dove trovare il corpo. Fondamentale l’intuito di alcuni agenti della volanti. Quando sul posto è arrivata la volante, infatti, i poliziotti hanno trovato i due mentre stavano gettando i loro indumenti in un cassonetto dei rifiuti. Controllando meglio sulla loro auto è stato trovato materiale sospetto: un telo di plastica, coltelli, uno storditore elettrico, dei passamontagna, una pistola giocatolo. Erano anche in possesso di un computer portatile che si è poi scoperto appartenere all’ex insegnante di Milano. Il delitto sarebbe avvenuto a Milano, nell’appartamento dell’ex professore. Gli inquirenti piacentini non escludono che il delitto possa essere maturato negli ambienti a luci rosse anche se non viene tralasciata nessuna pista. I due al momento sono in stato di fermo.


Cadavere a pezzi in una valigia a Lodi. Due persone fermate a Piacenza

Mistero e orrore sull’asse Piacenza-Lodi. La scorsa notte gli uomini della Squadra Mobile della questura avrebbero fermato due uomini in via Nasalli Rocca che stavano gettando in un cassonetto delle immondizie alcuni indumenti sporchi di sangue. Una notizia che sarebbe collegata con il misterioso ed orrendo caso del ritrovamento del cadavere di un uomo fatto a pezzi e messo in un trolley poi lasciato in un cassonetto in via Gandini a Lodi, vicino alla stazione ferroviaria. Il riserbo degli inquirenti (al lavoro sia la questura di Piacenza che quella di Lodi) al momento è massimo. Sul posto gli uomini della mobile di Piacenza con al seguito il dirigente Salvatore Blasco insieme con i colleghi della Scientifica stanno raccogliendo informazioni utili alle indagini. A coordinarli il piemme Antonio Colonna. Secondo le prime indiscrezioni, la vittima sarebbe un professore universitario milanese di 77 anni. Sempre secondo le informazioni a disposizione, non ancora confermate dagli inquirenti, i due uomini fermati a Piacenza avrebbero già confessato di aver compiuto l’efferato gesto, uccidendo l’uomo e gettandolo nel cassonetto di via Gandini sempre la notte scorsa. Si parla anche del ritrovamento di un’arma, forse una pistola. Al momento ancora sconosciuti il movente e l’identità delle due persone fermate. La valigia con il cadavere è stata ritrovata oggi pomeriggio (venerdì 8 agosto) intorno alle 16 in fondo al cassonetto, coperta dal resto dei rifiuti. Particolare ulteriormente agghiacciante: l’uomo sarebbe stato decapitato e squartato. I resti del corpo sono stati trasportati all’ospedale di Piacenza dove nei prossimi giorni si procederà con l’autopsia. Domani (sabato 9 luglio) saranno effettuati gli esami preliminari.