E’ uno spaccato di apparente buona convivenza, quello che si può riscontrare in via Francesco Appiani, proprio davanti al centro commerciale Conad. E’ qui che operano due stranieri, di origini africane, i quali da qualche tempo sono riusciti a inventarsi un lavoretto alternativo alla vendita di chincaglierie, benché non certo riconosciuto dalla legge, e a conquistarsi la fiducia delle persone del quartiere.
Soprattutto signore anziane, che arrivano ogni mattina a fare la spesa e trovano loro, originari di Ghana e Senegal ma a Piacenza ormai da oltre quattro anni, che le accolgono parcheggiandogli la bicicletta, facendole scendere amorevolmente dall’auto, tenendo d’occhio le stesse vetture che in molti casi vengono lasciate aperte (e con i finestrini abbassati per il caldo) o, addirittura, gli portano la spesa fino a casa, con il carrello o a mano.
“L’importante è far capire che siamo brave persone, non vogliamo fare del male o rubare niente – ha premesso uno di loro -, purtroppo non c’è lavoro, che abbiamo cercato tanto, e in qualche modo dobbiamo portare a casa da mangiare”.
Ed effettivamente riescono, come si suol dire, a sbarcare il lunario. Basta stare in loro compagnia qualche ora, un po’ in disparte per non disturbarli, ed è facile vedere come la confidenza con le piacentine che arrivano a fare la spesa sia ormai consolidata: “Per me è come un figlio”, dice una signora anziana, che appena scesa dall’auto si aggrappa al braccio di uno di loro, un gigante di due metri del quale sembra fidarsi ciecamente: “Sono molto gentili, bravi e onesti – ha continuato -. Mi aiutano ed è come un figlio. Perché penso se il mio fosse costretto a fare come loro, a chiedere l’elemosina, avrei un grande dispiacere. Invece noi ormai ci vogliamo bene e ci aiutiamo a vicenda”.
Non fa in tempo a finire la frase che l’altro giovane africano, adocchiata una donna uscire con le buste stracolme, le si fa incontro. E lei, come se niente fosse, gliele affida e i due si dirigono verso la casa che dista poche centinaia di metri dal supermercato. “Sono bravissimi e di grande aiuto”, non nasconde la donna, sulla quarantina, ma che non trova niente di strano nel farsi dare una mano per caricare le borse. “Anzi, vedo spesso che danno una mano anche al supermercato la sera per mettere a posto i bancali. E quando vengo in bici gliela affido e non ho mai avuto problemi”. Stessa scena poco dopo, con una signora che, addirittura, gli aveva lasciato anche la borsetta: “Mi fido, non solo quando vengo qui. La mattina faccio la spesa, poi gli lascio le buste e anche la borsetta, così prendo con me solo il portafogli e vado a fare delle commissioni. Al ritorno mai avuto problemi”.
E questi ragazzi hanno il loro bel daffare a soddisfare ogni esigenza e sembrano entusiasti del mestiere, che gli frutta qualche moneta ad ogni “viaggio” e alcuni regali: “Non c’è lavoro e così per mangiare cerchiamo di darci da fare. Ci siamo fatti conoscere e adesso, persino quando il supermercato è chiuso, le signore ci chiamano al cellulare per dargli una mano in tante cose. Siamo sempre impegnati”. Gli spiccioli o i resti, ormai, sono una prassi, però c’è anche chi, prima ancora di entrare alla Condad, gli si avvicina e gli allunga qualche sacchetto con prodotti di tutti i tipi, dagli alimenti in scatola a un’intera busta di occhiali: “Sì, questa signora ne aveva alcuni in casa che non usava da tempo e, sapendo che a noi possono essere utili, ce li ha donati”.
Così, mentre in altre zone di Piacenza, come per esempio con i parcheggiatori di piazza Cittadella, la convivenza sembra più problematica, via Appiani appare proprio un’isola felice. “Siamo soddisfatti – dicono i due, che hanno finalmente concluso il turno mattutino – e anche i responsabili del supermercato. Perché per loro, come per noi, l’importante è la felicità dei clienti”.