E’ lapidario il pensiero di Vittorio Sgarbi, da poco scelto dalla giunta Maroni come ambasciatore per le Belle Arti per l’Expo, sull’effetto positivo che la fiera milanese potrà portare alla città di Piacenza (e quelle limitrofe) e sulla mostra che il nostro Comune starebbe pensando di allestire nella chiesa del Carmine proprio in quel periodo sullo scultore Giò Pomodoro.
Il noto critico d’arte, che ha anticipato ai nostri microfoni alcuni passaggi della lectio magistralis che il 12 agosto terrà a Velleia Romana, si è poi soffermato proprio su questi temi e le sue parole, non solo come esperto d’arte ma, appunto, come neo ambasciatore di Expo, pesano come macigni: “Sono convinto che sia una illusione che le città intorno a Milano possano avere qualche beneficio in quei mesi. Una totale suggestione, perché chi arriverà all’Expo avrà già difficoltà ad andare in giro per la città alla ricerca di Michelangelo o Leonardo. Per cui faccio fatica a pensare che si alzi per andare a Piacenza. Insomma, questa illusione che l’Expo possa ridondare su tutta l’Italia, da Reggio Calabria a Forlì, mi sembra assurda. Piacenza è isolata normalmente, e lo sarà anche durante l’Expo”.
Non certo parole confortanti, per amministratori, enti locali e associazioni che da anni stanno preparando progetti in vista dell’Expo. Tra i tanti, quello su cui si è soffermato Vittorio Sgarbi è stato quello che ha fatto discutere in questi mesi e che riguarda la volontà dell’amministrazione di allestire una mostra sullo scultore Giò Pomodoro, legando il suo nome al prodotto agricolo principe del territorio, il pomodoro. “E’ peggio che inutile. E’ dannosa. In più Pomodoro non ha niente da dire, la sua visione del mondo appartiene a un’altra epoca e non ha nulla di originale. Inoltre ha un museo a Milano, che potrebbe essere riaperto per l’occasione”.
La polemica, ricordiamo, aveva coinvolto anche numerosi artisti piacentini che si erano schierati contro questo allestimento. Tra gli altri, gente del calibro di Armodio, Giuseppe Tirelli, Alberto Gallerati e William Xerra. E il critico d’arte si è detto vicino alle loro perplessità: “Se anche solo un visitatore dell’Expo decidesse di venire a Piacenza, fargli soffrire una mostra su Pomodoro è una forma di sadismo. Molto meglio fare una mostra di artisti piacentini, celebrando alcune figure storiche ingiustamente dimenticate, come Foppiani, Cinello, Ghittoni e tanti altri che meriterebbero di avere più attenzione. In questo modo non credo che l’Expo gli porterà l’evidenza come meritano”.
Un’idea, quella di legare il Pomodoro artista al prodotto agricolo che, per Sgarbi è da definire “senza dubbio ridicola. Qualunque cosa si voglia fare, quella su Pomodoro dovrebbe essere l’ultima. Dev’essere nata nella mente di qualche malato di mente. Allora sarebbe meglio fare una mostra su Armani, artista di caratura internazionale”.
Lasciata da parte la vis polemica, Vittorio Sgarbi ha poi anticipato alcuni passaggi della lectio magistralis che terrà il 12 agosto nella splendida cornice di Velleia Romana, dal titolo: “Il mito della donna e la donna nel mito”. “Non ho ancora compiuto la scelta iconografica, però partirò da un mio libro, ‘Piene di grazia’, che si era applicato a tutti i soggetti femminili prevalenti, dalla Vergine alle sante, alle figure profane. Quindi, una parte di quel testo, dall’Annunciata di di Antonello da Messina costituirà un filone della conferenza. In più, avendo scritto un altro volume su ‘donne e dee nella pittura’, non sarà difficile la scelta dal punto di vista iconografico. Comunque il tutto sarà integrato con alcune immagini greche e romane, per collegarle più direttamente al festival, con riferimenti a Proserpina, Demetra, per legare tutto al meglio al titolo della serata”.