È partita oggi da Gossolengo l’“operazione futuro” lanciata dalla Regione Emilia Romagna per il Trebbia e la sua valle. Alla presenza di oltre 60 amministratori locali, rappresentanti di associazioni di categoria, degli agricoltori e del mondo ambientalista, funzionari e dirigenti di enti pubblici e privati cittadini, si è svolto il forum di apertura del “Contratto di fiume”, strumento di programmazione condivisa e partecipata per la gestione dell’intero bacino del corso d’acqua. L’obiettivo è quello di rendere le comunità locali protagoniste nell’elaborazione – entro febbraio del 2015 – di un Piano di azioni concrete su cui fondare lo sviluppo sostenibile della vallata, capace di conciliare i diversi interessi che ruotano attorno alla risorsa idrica: dalla sicurezza alla qualità ambientale, dal miglioramento del paesaggio alla prevenzione del dissesto, senza dimenticare le attività economiche, la salvaguardia dell’agricoltura ed il sostegno alle iniziative turistiche, sportive, ricreative e culturali che proprio nel Trebbia vedono una ricchezza unica e insostituibile.
“Da Gossolengo – ha affermato l’assessore regionale Paola Gazzolo – vogliamo porre le fondamenta per un Contratto di fiume che sia un volano di crescita del territorio, da perseguire anche attingendo a finanziamenti europei: attraverso la collaborazione di tutte le realtà che si affacciano lungo il corso d’acqua, non solo quelle emiliane ma anche quelle liguri, possiamo dare vita ad un modello di buona prassi amministrativa tra i più avanzati nell’intero Paese”.
Molto utilizzati in Europa, in particolare in Francia, i Contratti di fiume sono stati introdotti nell’ordinamento nazionale grazie al recepimento della Direttiva comunitaria sulle acque. “Quello del Trebbia è il primo in Italia a coinvolgere i territori di più Regioni”, ha aggiunto Gazzolo che vede nel Contratto la strada verso un maggiore rilascio dal Brugneto a favore del territorio piacentino. “Il Contratto – ha proseguito – sarà un potente strumento di cambiamento per superare le conflittualità tra interessi diversi e con la Liguria, grazie al metodo del confronto tra una pluralità di soggetti e all’integrazione delle istanze che ciascuno rappresenta”.
Un obiettivo a cui l’assessore affianca un altro chiaro proposito. “Serve chiudere definitivamente la vicenda dell'impianto elettrico sui meandri di San Salvatore: la Regione si opporrà sempre alla sua realizzazione, finché non sarà detta la parola fine sulla vicenda”. La dirigente regionale Rosanna Bissoli e Marco Monaci del Centro italiano per la riqualificazione fluviale (Cirf) – presenti insieme a Francesco Puma, direttore dell’Autorità di Bacino Fiume Po – hanno illustrato le tappe del percorso di partecipazione che porterà alla definizione del Contratto, a partire dai gruppi di lavori attivati già ieri su specifiche tematiche tra cui i differenti usi delle acque, la valorizzazione del territorio e la fruizione dell’ambiente.
Nel mese di luglio continueranno gli incontri del gruppo regionale di lavoro con i vari portatori di interesse, per individuare gli spazi di negoziazione verso una visione comune sul fiume. Quest’ultima sarà al centro di un secondo momento pubblico previsto a settembre, seguita ad ottobre e novembre da ulteriori approfondimenti per analizzare possibili soluzioni alle divergenze sull’uso della risorsa idrica. Un lavoro necessario per giungere entro gennaio a stabilire il Piano d’azioni, vera anima del Contratto di fiume che sarà firmato a febbraio.
Chi intende prendere parte al percorso partecipativo potrà farlo anche online collegandosi alla piattaforma regionale ioPartecipo+ nella Piazza “Con la Trebbia”, accessibile all’indirizzo web http://partecipazione.regione.emilia-romagna.it/iopartecipo.