Fondazione non trasparente? Anselmi: “Agiamo nell’interesse della comunità”

Giunge all’indomani della Commissione consiliare e della dura presa di posizione, tra gli altri, di Tommaso Foti, la replica del consigliere d’amministrazione della Fondazione di Piacenza e Vigevano Beniamino Anselmi sulla situazione dell’ente di via Sant’Eufemia. In seguito alle dimissioni annunciate, ma non ancora formalizzate da parte del presidente Francesco Scaravaggi, a tenere banco sono i temi degli incarichi e della trasparenza all’interno della Fondazione. Temi piuttosto scottanti che riguardano anche alcune operazioni finanziarie fortemente contestate compiute nel recente passato dai vertici della Fondazione.

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“La trasparenza è auspicata da tutti – dice Anselmi –  Cinque consiglieri hanno già sottolineato, anche con atti formali, l’opportunità di perseguirla e applicare la legge 231 per quanto attiene all’organismo di vigilanza esterno e la possibilità di utilizzare commissioni sulle spese”.

Per quanto riguarda gli incarichi Anselmi ha sottolineato come tutti quelli che lo riguardano siano di dominio pubblico “sul sito ufficiale e sul curriculum che ho presentato a suo tempo quando sono stato chiamato a collaborare in Fondazione”.

Arriva anche una replica con riferimento agli investimenti: “Dico solo che sono sempre stati fatti con il consenso e l’approvazione all’unanimità di tutti i consiglieri: in questo periodo di crisi economica alcuni hanno avuto esiti positivi, altri hanno esiti meno favorevoli. Se vogliamo citare Banca Monte l’acquisizione è stata fatta tra il 2007 e il 2008 mentre ero lontano da Piacenza. Oltretutto ieri abbiamo avuto una bellissima notizia di un investimento fatto tra il 2005 e il 2006 che ha portato un’importante plus-valenza alla Fondazione”. Non tutti vanno male, dunque, e il plauso va a chi ha gestito l’operazione.

In chiusura una chiosa sul rapporto con la politica locale dopo che il sindaco Dosi, ieri, al termine dei lavori della Commissione, ha parlato di sfiducia di fatto del cda auspicando il suo azzeramento. "La Fondazione è un ente nel quale la politica non dovrebbe entrare, statutariamente. Abbiamo grandissimo rispetto di tutti: l’importante è dire le cose in maniera chiara evitando insinuazioni sul lavoro fatto per una vita. Quando si viene chiamati ad entrare in una Fondazione bisogna avere un curriculum adeguato e servono doti di correttezza: abbiamo un cda composto da professionisti e svolgiamo funzione filantropica avendo ben presente l’interesse della comunità”.