Commissione sulla Fondazione. Dosi: cda da azzerare. Foti: poca trasparenza

Si parla di Fondazione di Piacenza e Vigevano oggi in sede di Commissione consiliare uno. Argomento più che mai caldo dopo la bufera scoppiata l'altra settimana con il cda di fatto sfiduciato dal consiglio generale e le dimissioni annunciate (e per ora non ancora presentate ufficialmente) da parte del presidente Francesco Scaravaggi. Una seduta di commissione che fa registrare la presa di posizione chiara del sindaco Paolo Dosi espressa dopo gli interventi dei vari consiglieri: «Il cda della Fondazione si deve dimettere». E ciò alla luce della sfiducia di fatto da parte del presidente e di 10 componenti su 19 che l’hanno sostenuto. Numeri non sufficienti per decretare la revoca ma che aprono di certo il caso.

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In apertura dei lavori, Stefano Perrucci in veste di presidente della commissione ha posto l'accento sull'attenzione che il Consiglio sta dimostrando sul tema Fondazione, ha annunciato che non sarà l’unica seduta della commissione dedicata al tema e ha letto una lettera di Scaravaggi il quale precisa di non aver ancora formalizzato le dimissioni per «evitare ogni pregiudizio all'ente in attesa che venga indicato il nuovo presidente».

Il primo a parlare è il consigliere di Piacenza Viva Marco Colosimo che ha presentato l’ordine del giorno della commissione. Colosimo ribadisce la necessità che il sindaco dia un segnale forte in modo che la situazione si risolva al più presto: «Una situazione di stallo – sottolinea Colosimo – che rischia di creare un grave danno alla comunità piacentina e questo non è accettabile, soprattutto in un momento come quello attuale».

Tommaso Foti di Fratelli d'Italia ha subito sparato alto chiedendosi dove stiano le istituzioni in questo momento delicato che tutti definiscono, come detto, di stallo. «Più che di stallo, però, io parlerei di stalla visto che qui pare si stia facendo il mercato delle vacche». E prosegue: «Io penso che il consiglio di amministrazione che il consiglio d’amministrazione di fatto sfiduciato, benché non revocato, dovrebbe dimettersi in blocco. Dico anche che è ora di finirla di fare le vergini dai candidi manti soprattutto se si evoca una trasparenza che manca sin dall’inizio. Perché se si vuole la trasparenza si dovrebbero pubblicare tutti, ma proprio tutti gli incarichi che sono stati ricoperti come amministratori, come componenti di consiglio di amministrazione e quant’altro, ad esempio in numerose società di advisor che poi sono diventate advisor della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Perché ciò che non torna non sono solo gli investimenti balordi ma è curioso anche il livello delle commissioni degli advisor».

Il consigliere Foti prosegue poi con esempi, citando la Banca Monte Parma, Banca Intesa e parlando di investimenti che non hanno fruttato ma che, a contrario, hanno indebolito il patrimonio all’ente di via Sant’Eufemia ma che in alcuni casi – dice Foti – sono stati comunicati in modo fuorviante ponendo l’accento sulle plusvalenze per far risultare positive operazioni che in realtà positive non erano.

«La politica non si deve intromettere nelle questioni della Fondazione – prosegue il consigliere di Fratelli d’Italia – ma le istituzioni si. Dovrebbero avere il coraggio di indicare una squadra. La situazione patrimoniale della fondazione è peggio che negli anni ‘90. Ci sono troppe situazioni intricate, intrecciate, troppi maneggi, troppe ombre. O se ne occupano le istituzioni espresse dalla politica oppure ho la sensazione che se ne occuperanno presto altre istituzioni, quelle che possono esercitare la funzione penale. Io dico basta, non se ne può più». E concludendo snocciola alcuni incarichi ricoperti dal consigliere d’amministrazione della Fondazione Beniamino Anselmi.

E’ il turno di Massimo Polledri (Lega) che, sulla falsa riga dell’intervento di Foti, invita il sindaco a uscire dall'ombra intraprendendo un percorso chiaro, cristallino e preciso: «Diamoci un tempo – dice Polledri – diamo la possibilità ai consiglieri di fare domande, di chiarire le posizioni e poi facciamo in modo di individuare e indicare un profilo che sia adatto a ricoprire la carica di presidente della Fondazione». Un profilo che sia il frutto di un confronto tra le istituzioni, in primis il sindaco e il presidente della Provincia perchè entrambi – sottolinea Polledri – «hanno ben chiaro il concetto di bene comune al di là delle visioni politiche». Ed è questo che serve alla cittadinanza.