Quartiere Roma, Carli: “Sì a Porta Galera, partecipato e non calato dall’alto”

 Il progetto del Comune per la riqualificazione e il rilancio del Quartiere Roma continua a far discutere. E dopo lo sfogo di alcuni residenti, presenti ieri in Municipio, che hanno dimostrato di aver epoca fiducia nelle proposte dell’amministrazione, abbiamo contattato una persona che la zona la conosce bene e, anzi, con l’associazione Via Roma Città Aperta e con la sua Fabbrica dei grilli di via Tibini, la rappresenta sia per l’estrosità che per la vitalità. Parliamo di Bernardo Carli, ex preside del liceo artistico “Cassinari”,  che da tempo si batte nella zona attraverso progetti che coinvolgano, non solo i residenti storici ma anche i tanti stranieri che da anni ormai abitano nel quartiere. A lui “Porta Galera”, questo il nome dell’iniziativa presentata ieri dall’assessore Stefano Cugini affiancato dal sindaco Paolo Dosi, non dispiace affatto. 

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Certo, ha premesso, “le ragioni per non fidarsi da parte dei residenti ci sono tutte, il passato è ben visibile nel presente. Però il progetto è abbastanza interessante, perché parte da princìpi che avevamo raccomandato all’assessore: scindere i problemi della sicurezza rispetto a quelli della prevenzione”. E questo, secondo Carli, può avvenire solo “attraverso il ricompattamento sociale, che non riguarda solo gli stranieri ma tutta la popolazione residente nel quartiere”.
E ha continuato: “Parlo di relazioni, valorizzazione della cultura e della storia e educazione alla legalità, anche insieme alle forze dell’ordine ma ricostruendo prima la compagine sociale”.

Non facile, visto che finora non ci è riuscito nessuno, nonostante molti soldi spesi e tanti progetti lanciati in pompa magna e poi naufragati. Ma l’ex preside, che non ha nascosto gli aspetti difficili, si è detto fiducioso: “Il quartiere è particolare, con una popolazione invecchiata e una presenza forte di stranieri e si deve tenere insieme il tutto. Gli stranieri, in particolare, devono essere aiutati ad acquisire le regole e le modalità di comportamento del paese che li ospita, senza perdere le proprie radici”. 

Così, al di là delle apparenze, Bernardo Carli si è detto certo che il quartiere possa rappresentare nei prossimi anni il vero volano della rinascita di Piacenza: “Sfido chiunque a dimostrare che al Quartiere Roma non si battono più scontrini fiscali che in tutte le altre zone della città. E’ ricco di risorse. Ci sono un scuola dell’infanzia, una scuola media, un liceo, due facoltà universitarie, due parrocchie con oratori, due presidi di polizia. A questo si aggiunge la presenza di artisti e persone che lavorano nel settore dell’arte. Ha tutte le carte in regola per diventare il miglior quartiere”. 

Insomma, come volendo rivolgersi ai residenti ormai sfiduciati, ha ricordato che è vero come “i guai in passato sono venuti da progetti senza finalità, con operazioni a macchia di leopardo. Prima erano necessarie le premesse, per cui se punti sulla riqualificazione sociale devi lavorare solo su quella, oppure quella urbana, oppure commerciale. Ma escludendo le altre. I punti fondamentali su cui puntare, qui, sono socialità e relazioni” e si è detto ben disposto verso “Porta Galera”, che reputa in grado di inserirsi bene nella realtà appena descritta: “Va nella direzione giusta. Un intervento partecipato, quindi non calato dall’alto e che fa riferimento a questi principi. Mi ero permesso di dire al Comune che temevo la delega ad altri. Fino adesso le amministrazioni avevano sbolognato i problemi a soggetti esterni ma questo non è il modo, perché il Comune ha gli strumenti, una macchina che funziona, le necessità di contenere i costi dei lavori e la possibilità di contare sul volontariato. Abbiamo molta gente disponibile a lavorare qui e ci sono tutti i presupposti per fare un buon lavoro”.