Nasce Cantiere Piacenza, Colosimo e Garetti: siamo l’anima civica della città

 Un movimento nuovo che sia realmente civico, che incarni l’esigenza (attuale più che mai) di una politica rinnovata basata su pochi valori chiari e irrinunciabili e votata al fare. In altre parole, un movimento che raccolga idee e le traduca in azioni per migliorare la città e dunque la vita di chi la abita. Hanno le idee chiare Marco Colosimo e Paolo Garetti, consiglieri comunali rispettivamente di Piacenza Viva e Sveglia. Entrambi all’opposizione della giunta guidata da Paolo Dosi, entrambi giovani, da tempo condividono impostazione e approccio nella loro azione di consiglieri e i risultati della tornata elettorale del 25 maggio scorso li ha convinti a fare sul serio. Li abbiamo intervistati. 

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Colosimo, da dove nasce l’idea di Cantiere Piacenza?

«Nasce dall’esigenza di creare un movimento civico che sia la rappresentanza reale dei problemi dei cittadini. Io e Paolo Garetti, nella nostra azione in consiglio comunale, abbiamo cercato in tutti i modi di soddisfare le richieste dei nostri cittadini. Cantiere Piacenza vuole essere un punto di riferimento per tutti coloro che hanno realmente voglia di cambiare le cose, perchè la nostra città può offrire tanto non lo fa»
Perchè il nome cantiere? Dà l’idea di una realtà ancora in costruzione..
«Ed è esattamente così. Nel cantiere può entrare chiunque abbia voglia di cambiare le cose e che voglia sporcarsi le mani per realizzare un vero e proprio movimento civico permanente che abbia proprio nella continuità la sua caratteristica, a differenza degli altri che si sono venuti a creare: nati e morti nel giro di poco tempo».

Paolo Garetti, imprenditore alla prima esperienza in politica; un’esperienza nata fin da subito in un movimento civico.

«Ritengo che il senso civico sia un’esigenza della comunità, ed è per questo che io e Marco ci stiamo proponendo come i “megafoni” dei cittadini. A mio parere Piacenza può cambiare ma per farlo dobbiamo iniziare a cercare il benessere nel complesso e non solo quello di singole parti della città. Questo Cantiere è aperto in modo da dare la possibilità a tutti di fare politica; ma non quella dei partiti, bensì quella sana, da polis, da moltitudine; la politica che dia voce alla comunità».

Politica al servizio della cittadinanza, dunque. Ritenete che non sia così, dunque? Come trovate Piacenza oggi? Garetti..

«La mia impressione è che Piacenza abbia sempre avuto problemi di comunicazione, nel senso che siamo ancora legati agli interessi individuali di piccoli gruppi, quello che ci manca è il lavoro di squadra. “Dobbiamo fare qualcosa” può sembrare la solita frase fatta e semplicistica, ma stare fermi in un momento di crisi è la strategia peggiore. Perciò quello che dovremmo fare è comunicare ciò che Piacenza ha da offrire e come lo offre. Dobbiamo rendere Piacenza bella per i cittadini e renderla appetibile anche per chi viene da fuori».

La famosa politica del fare, dunque. Quella che tanti sbandierano. Colosimo..

«I partiti di oggi sono come grandi contenitori vuoti di contenuti. Quello che noi consiglieri con questo nuovo soggetto politico vogliamo proporci di fare è portare contenuti. Vogliamo partire da un’idea, portarla avanti, trasformarla in un progetto e realizzarlo. Il nostro unico obbiettivo è il benessere della città e il suo rinnovamento sociale ed economico. Non siamo populisti, non ci piace urlare e basta; vogliamo proporre e realizzare».

Un movimento che nasce dalla gente, per la gente, basato sul fare: presupposti che assomigliano molto a quelli del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Colosimo..

«A mio parere chi ha votato per il partito di Grillo lo ha fatto perché era stanco di tutti quei contenitori vuoti di cui parlavo prima. La differenza sostanziale tra noi e i 5 Stelle è che noi non ci limitiamo a urlare e arrabbiarci ma facciamo il possibile per risolvere i problemi che si pongono. I grillini sono molto bravi a trovarli, i problemi, ad arrabbiarsi per i problemi ma sono poco propositivi per quanto riguarda le soluzioni».

Garetti?
«Sono d’accordo con Marco. Siamo persone che lavorano e devono trovare soluzioni: se ci troviamo di fronte a un ostacolo la prima cosa che tentiamo di fare è superarlo. Non ci basta trovare il colpevole dei problemi, vogliamo trovare la soluzione. La cosa fondamentale per noi è non arrendersi di fronte agli ostavoli».

L’Expo mondiale è alle porte: manca meno di un anno prima che Piacenza si trovi a due passi da un flusso di visitatori mai arrivato prima in Italia con questa concentrazione. Si parla di 27 milioni di persone in sei mesi e arriveranno tutti a Milano e cioè qui, dietro l’angolo. Cantiere Piacenza nasce in un momento cruciale dunque. Come vi ponete rispetto ad Expo2015?

Garetti: «L’occasione è da non perdere, da sfruttare al meglio e su questo non c’è dubbio. Il problema è l’atteggiamento di Piacenza: ci siamo sempre sentiti subordinati rispetto ad altri, soprattutto rispetto a Bologna e la Regione che ci considerano decisamente poco. E questo non è certo un buon presupposto con riferimento all’Expo..»

Colosimo, sei il più giovane tra i consiglieri comunali e la tua attenzione alla “vitalità” di Piacenza è sempre stata ai massimi livelli. Attenzione perlopiù critica, a giudicare dagli interventi che abbiamo più volte raccolto anche noi di Piacenza24. Eppure sembra che ultimamente la città si stia svegliando. Cosa ne pensi?

«E’ vero. Ma non può esistere, non è accettabile che si risvegli per una manciata di venerdì all’anno con una serie di iniziative di cui magari non tutti gli esercenti o addirittura giovani non sono avvisati adeguatamente. C’è sempre e comunque un problema di comunicazione. Chi governa questa città non è capace di comunicare e di “vendersi” utilizzando gli spazi e i servizi che abbiamo a disposizione. Io e Paolo sappiamo quali sono i problemi e il nostro impegno da oggi fino alla fine del nostro mandato sarà attivo e civico per trovare le giuste soluzioni ai problemi di questa città».