Assemblea Confapindustria: “Creiamo scuola materna di inglese e cinese”

Dieci anni di Confapindustria Piacenza. L’importante anniversario è stato celebrato questo pomeriggio, lunedì 16 giugno, nella prestigiosa cornice di Palazzo Gotico durante l’assemblea annuale. Dopo la riunione a porte chiuse iniziata alle 16, alle 18 Confpindustria ha aperto le porte alla città con tre ospiti d’eccezione: il presidente nazionale di Confapi Maurizio Casasco e il sindaco di Verona Flavio Tosi, accolti dal presidente provinciale Cristian Camisa e dalle autorità presenti tra cui il prefetto Anna Palombi, il sindaco Paolo Dosi, il vicepresidente della Provincia Maurizio Parma e il presidente della Camera di commercio Giuseppe Parenti.  Assente per improvvisi impegni Enrico Morandoviceministro dell’Economia e delle Finanze del governo Renzi.

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E come in ogni assemblea che si rispetti, non sono mancate le proposte di rilancio del settore, che sono state esposte dal presidente provinciale. Camisa: “La prima scatterà dal 1° luglio e sarà un consorzio fidi destinato alle imprese del nostro territorio. La seconda per ora è solo una proposta: una scuola materna internazionale, la prima a livello nazionale, in cui si parlino le lingue dell’economia come inglese e cinese”​. 

“Serve concretezza, la stessa concretezza che ha dimostrato Confapindustria Piacenza – spiega il presidente nazionale Maurizio Casasco – se il Governo facesse come la sezione piacentina saremmo più avanti: al Governo chiediamo norme che siano tagliate sulle dimensioni della piccola media impresa, maggiore attenzione all’acceso al credito, meno burocrazia. Poi tutta una serie di altre iniziative dall’accredito d’imposta, all’Irep passando per l’Ires per finire ai contratti di lavoro: noi ci stiamo impegnando in prima persona per ottenere contratti specifici per la piccola e media impresa”.

Un’altro problema da sempre lamentato dalle Pmi è rappresentato dai ritardi di pagamento da parte delle pubbliche amministrazioni. Di questo abbiamo parlato con il sindaco di Verona Flavio Tosi: “Dipende dalla serietà del rapporto tra Pubblica Amministrazione e fornitori. Io sono sindaco di Verona da sette anni, e sono sette anni che paghiamo in 27 giorni. Questo per rispetto: perché se uno ti fornisce un servizio tu lo devi pagare. Al massimo fai un’investimento in meno, ma il fornitore lo devi pagare, è questione di serietà. Si dovrebbe imporre questo concetto in maniera tassativa, ma in Italia non si può perché spesso il peggior pagatore è proprio lo Stato: si fanno norme sempre più permissive per chi non paga e le aziende falliscono”.