Si è tenuto questa mattina, sabato 14 giugno, un affollato Convegno intitolato “Piacenza e le Arti, negli studi di Ferdinando” a cura di Alessandro Malinverni che ha interessato tutta la mattinata nella Sala Panini della Banca di Piacenza. Ferdinando è il professor Ferdinando Arisi, noto e stimatissimo studioso piacentino e critico d’arte apprezzato a livello nazionale. Uno studioso che ha dato tanto alla sua città ma anche alla Banca locale che, infatti, ha ritenuto "doveroso – per usare le parole del suo presidente Luciano Gobbi – organizzare l’evento di oggi". Il quale ha poi ricordato, tra le varie collaborazioni tra banca e professor Arisi, la mostra dedicata a Gaspare Landi che lo stesso Arisi aveva curato insieme a Vittorio Sgarbi, presente questa mattina alla Banca di Piacenza: "Arisi fa parte di una generazione di critici d'arte ormai estinta – sottolinea con amarezza Sgarbi – fa parte di quella cerchia di storici a tutto campo ma innamorati di pochi artisti del proprio territorio che in questo modo venivano approfonditi con enorme passione. Lui amava Boselli e Panini e li ha accresciuti: se sono diventati grandi nomi dell'arte antica lo si deve proprio ad Arisi. Lui utilizzava lo strumento dell'expertise, ovvero una certificazione di qualità che si basava sulla sua conoscenza: uno strumento che ha permesso di innalzare anche il valore commerciale delle opere di Boselli e Panini. Il valore economico di questi due autori, in conclusione, è dovuto al plusvalore di conoscenza di Arisi".
A confermare l'importanza della figura di Arisi per Piacenza anche Antonella Gigli, direttrice dei Musei Civici di Palazzo Farnese: "Il professor Arisi è stato uno dei primi conservatori dei Musei Civici, ha ricoperto questo ruolo per circa 30 anni. Gli studi di Arisi sono stati determinanti nella dedinizione di un progetto museale a Palazzo Farnese: grazie alla sua opera "Il Museo Civico di Piacenza" del 1960 è stato possibile lavorare sulle collezioni che erano state portate alla fine degli anni '70 proprio al Farnese ed è stato possibile formulare un progetto di allestimento. Non era solo un elenco delle opere conservate, ma ne aveva raccontato anche la storia rendendolo un vero e proprio catalogo scientifico del patrimonio".
Evidente l'emozione della figlia del professore, Elena Arisi: "A parte la visita di Vittorio Sgarbi che è stata una vera sorpresa, è commovente vedere come la città si stringa a mio padre e lo celebri, ricordando non solo lo studioso, ma anche l'uomo".