Si finge ginecologo e ruba dati delle pazienti all’Ausl per ottenere foto hard

Il trucco era semplice e diabolico: si fingeva un ginecologo, o meglio, rubava l’identità di ginecologi veri e contattava al telefono o via email pazienti altrettanto vere dei rispettivi ospedali allo scopo di farsi inviare immagini o filmati, ovviamente delle parti più intime del corpo femminile. Ma non solo foto hard. Le richieste in alcuni casi sono state decisamente più spinte, come dettagli video di pratiche autoerotiche; il tutto, a detta del sedicente ginecologo, per ottenere informazioni dettagliate relative al caso clinico che, a suo dire, gli era stato affidato dall’azienda ospedaliera, e relative dunque allo stato di salute delle varie pazienti. Guardacaso tutte giovani, nessuna sopra i trent’anni. Pazienti che in effetti avevano avuto qualche problema di salute o che semplicemente si erano sottoposte a visite specialistiche come ad esempio il pap-test. Come faceva ad avere i loro dati? Violava i sistemi informatici degli ospedali. Un hacker, insomma. E tra gli ospedali “violati” c’è anche il Guglielmo da Saliceto di Piacenza, reparto di Ostetricia-Ginecologia.

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Ma non solo. Secondo le accuse che via via sono state formulate dalle procure di mezza Italia, più che altro del centro e del nord, il soggetto in questione – un 32enne di Matera, in Basilicata, dipendente nell’azienda del padre, apparentemente insospettabile – sarebbe riuscito a entrare dapprima nei database dei nosocomi di Piacenza, Bologna, Parma, Reggio Emilia e Modena, per poi spostarsi verso il Veneto dove, dopo le denunce emiliane, sono piovute altre segnalazioni.

La tecnica era sempre la solita: si approfittava del particolare stato psicologico in cui si trova ogni paziente, che in effetti pende dalle labbra del suo medico, soprattutto quando si tratta di leggere esami e ricevere diagnosi. Una pratica squallida con la quale spaventava le ragazze, spesso prospettando loro situazioni gravi quando in realtà non stavano benissimo; il tutto per soddisfare il suo curioso appetito sessuale.

Ora pare proprio che i nodi di questa vicenda che ha dell’incredibile e che ha preso le mosse proprio a Piacenza nel 2012, siano arrivati al pettine. Oggi il Mattino di Padova riporta un sunto delle varie pendenze giudiziarie che vedono protagonista il 32enne di Matera che, tra il 19 giugno a Padova e il 25 settembre a Bologna, si troverà ad affrontare nuovi processi nei quali sono accorpati vari procedimenti partiti dalle ormai tantissime segnalazioni. Nel frattempo è in corso un altro processo a Trani. Davvero variegato il quadro accusatorio, dalla violenza sessuale alle molestie telefoniche, dalla violazione di sistema informatico all’usurpazione di titolo. E intanto gli avvocati tentano la carta dell’infermità mentale: è attualmente in corso di svolgimento una perizia psichiatrica. Curioso, nota Cristina Genesin del Mattino di Padona, che nessun ospedale si sia costituito parte civile, quanto meno per la violazione dei propri sistemi informatici.