Il gruppo “Io come Te – Amici Canile della Madonnina” ha consegnato nelle scorse ore al sindaco Paolo Dosi 2690 firme raccolte per la petizione “Giustizia e verità per Jeff”. Si tratta di un cucciolo di Golden Retriever, abbattuto con iniezione letale presso il canile comunale il 28 novembre 2013. “Era in tenera età e in perfetto stato di salute” lamenta la responsabile del gruppo Silvia Felice che chiede alla giunta di chiarire ciò che è accaduto: “Quasi sempre l’aggressività incontrollata dei cani è recuperabile, purché venga avviato un corretto percorso di riabilitazione comportamentale ad opera di professionisti qualificati” si legge nella petizione.
Ed è proprio su questo punto che interviene la Clinica Veterinaria di via Beati, responsabile dell’aspetto sanitario del canile comunale: in altre parole i medici della struttura in questione si occupano della cura degli animali ospitati nel canile e tengono a chiarire come siano andate esattamente le cose: “Questa petizione fa emergere una versione distorta dei fatti – dicono – vengono raccontate circostanze non veritiere che inducono a pensare che Jeff sia stato giustiziato con superficialità e senza motivazioni. Illazioni gravissime su cui è doveroso fare chiarezza”.
Innanzitutto la Clinica di via Beati è a sua volta coordinata e diretta dall’Ausl di Piacenza e anche nel caso di Jeff la decisione di ricorrere all’eutanasia è stata presa proprio dall’ufficiale sanitario dell’azienda sanitaria locale. “Una decisione sicuramente dolorosa – secondo i medici della Clinica – ma inevitabile, ponderata e assunta dopo aver tentato tutte le strade possibili per salvare il cane”.
“Vi sono due motivi che possono portare alla soppressione di un animale: o per una malattia fisica incurabile e allo stesso tempo dolorosa, e quindi per risparmiare sofferenze al ‘paziente’, oppure per uno squilibrio mentale dovuto anche in questo caso ad una patologia che rende il cane ingestibile, non adottabile e pericoloso per gli esseri umani. Jeff rientrava proprio in quest’ultima casistica. Era un Golden Retriever affetto da una sindrome chiamata, guarda caso, Paura del Golden Retriever, proprio perché caratteristica di questa razza: in parole povere si tratta di una disfunzione che porta il cane ad avere costantemente paura dell’essere umano e che lo spinge, istintivamente, ad aggredire chi gli sta accanto. Almeno quattro persone sono state morse da Jeff, tra queste un bambino che ha riportato gravi lesioni a una mano”.
Ma cosa prevede il protocollo di fronte a casi come quello di Jeff?
“Jeff aveva aggredito il padrone e, come detto, anche il figlio di pochi anni, motivo per cui la famiglia ha deciso di affidarlo al canile. A quel punto, seguendo il regolamento, abbiamo tentato un percorso rieducativo proprio all’interno del canile. Da questo percorso, però, abbiamo ottenuto risultati scarsissimi tant’è che due operatori sono stati morsi da Jeff, procurandosi serie ferite alle mani. Non ci siamo arresi e abbiamo consegnato il cane a un centro di recupero specializzato: dopo 15 giorni ha morso anche la mano dell’educatore causandogli gravissime lesioni, quasi staccandogliela di netto. A quel punto l’animale è tornato in canile a Piacenza e l’Ausl lo ha diagnosticato ‘irrecuperabile’ optando per l’eutanasia”.
“Questo è il percorso di Jeff, testimoniato e documentato. L’eutanasia per motivi caratteriali o psichiatrici è una pratica rara che, come dimostra la vicenda di questo Golden Retriever, viene adottata solo dopo aver tentato tutte le strade possibili. Sono due anni che la Clinica di Via Beati viene criticata e oltraggiata da persone che non conoscono la realtà dei fatti e che arrivano a parlare di un cane affettuoso e coccolone che è stato ingiustamente assassinato. Si parli pure di ciò che è accaduto, ma è giusto farlo in maniera scientifica e tecnica e non con frasi a effetto”.