"I distinguo, rispetto all'investimento della Fondazione in Banca Monte, dei consiglieri Anselmi e Rebecchi giungono tardivi e non servono a recuperare la perdita di ben più di 50 milioni di euro che lo ha prodotto. Inoltre, nulla dicono sulla gestione, che riguarda anche loro, di detto investimento, a partire dalla mancata vendita delle azioni quando Banca Sella cedette le sue azioni e dall'alienazione di una parte di azioni che ha fatto venire meno il patto di sindacato che garantiva alla Fondazione una qualche possibilità di manovra. In ogni caso, in Fondazione e' ufficialmente iniziato lo scarica barile." lo afferma Tommaso Foti, consigliere comunale di Fratelli d'Italia.
" In più occasioni e in totale isolamento politico ho evidenziato come una gestione troppo volta alla ricerca del facile profitto stesse mettendo a rischio una significativa parte del patrimonio della Fondazione, ma si e' preferito far finta di non sentire. Oggi – prosegue la nota del consigliere di Fratelli d'Italia – i nodi vengono al pettine, i rischi di una perdita complessiva di circa 100 milioni di euro sono reali e occorre avere idee chiare su come fronteggiare la situazione – difficile, per non dire drammatica – per non esserne travolti."
" Che si raccolgano adesioni volte a chiedere al Presidente Scaravaggi di formare un nuovo consiglio d'amministrazione e' meglio che ostinarsi a difendere l'indifendibile, tuttavia – aggiunge Foti – non basta e non risolve la questione. Proprio perché oggi appare chiaro il più che preoccupante stato di salute della Fondazione, occorre un totale azzeramento dei suoi vertici. Se Scaravaggi vuole bene alla Fondazione si dimetta: non perché abbia solo colpe, ma perché serve un consiglio d'amministrazione realmente terzo rispetto alle pregresse vicende dei contestati investimenti."
" E ciò – evidenzia il consigliere di Fratelli d'Italia – soprattutto perché se gli organi della Fondazione decidessero di avviare un'azione di responsabilità nei confronti di alcuni amministratori che i controversi investimenti hanno deciso, la stessa finirebbe per essere rivolta contro anche alcuni attuali componenti del consiglio d'amministrazione. "
" Tutti a casa – conclude Foti – per fare ripartire la Fondazione su basi nuove, attraverso un'operazione verità che non solo accerti che cosa e' accaduto in questi anni e quali reali perdite certe decisioni hanno prodotto, ma definisca per il futuro una strategia prudenziale d'investimenti volta innanzitutto a preservare il patrimonio della Fondazione, così come previsto dalla legge e dallo statuto, ma in realtà suggerito anche dal solo buon senso."