Uno show “apocalittico” come Elvis Presley, come un artista capace di attraversare la storia e di essere ancora seguitissimo a più di trent' anni dalla sua morte. Uno show che non sarà un’ imitazione di Elvis ma che proporrà le sue canzoni, commemorando questo grande artista. Sarà questo e molto di più l’ “Apocalyptic show” che si svolgerà domani sera al Palabanca. A partire dalle 18, ci spiega Marco Barbaschi, promotore della serata, cercheremo di ricreare l’ atmosfera di Memphis.
L’ evento, giunto alla sua 19esima edizione, si propone anche di fare del bene: i proventi della serata saranno infatti devoluti all’ associazione Alzheimer di Piacenza. Più di 25 mila euro sono stati donati, nel corso degli anni, in beneficenza, al termine delle varie edizioni dei tributi a Elvis.
Quest’anno, non senza difficoltà di natura principalmente burocratica, come sottolinea Barbaschi ai nostri microfoni, si è cercato di fare le cose in grande e di portare sul palco del Palabanca artisti come Glen Hardin, Luca Olivieri e Suzanna Leigh, attrice inglese che ha recitato con Elvis.
Barbaschi è contento dell’ onda lunga del successo di questo grande artista: “Ogni due anni andiamo a Memphis in occasione dell’ anniversario della sua scomparsa e troviamo centinaia di migliaia di persone, provenienti da ogni parte del mondo, che si radunano il 16 agosto, e ci rendiamo conto della grandezza di questo artista”.
Alla conferenza stampa di presentazione dell’ evento era presente anche Suzanna Leigh, che ha lavorato, oltre che con Presley, con Dean Martin, Jerry Lewis e Tony Curtis, e che ha svelato ai nostri microfoni un retroscena che racconterà con prove nel suo libro di prossima uscita, intitolato “The King”: Elvis è stato ucciso dalla mafia, alla vigilia di una sua deposizione ad un processo.
“Non avrei mai pensato di scrivere un libro su Elvis – dice la Leigh – ed ho subìto tre attentati nel corso del mio lavoro di ricerca. Mi hanno sparato fuori casa, le persone non volevano che le informazioni uscissero e così sono stata costretta ad andar via da Memphis perché la polizia mi ha detto di non poter garantire la mia incolumità.
Ho fatto uscire questa storia su un giornale inglese che l’ha pubblicata e io sono diventata colei che ha fatto cadere le bombe su questo fatto. Il padre di Elvis morì due anni dopo il figlio, di crepacuore, e nessuno aveva mai fatto indagini su quello che poi si è rivelato un crimine.
La morte del Re del rock era stata liquidata con facilità, dovuta a una vita condotta in modo dissoluto. Memphis è una piccola cittadina e quando Elvis è morto, il capo della polizia non poteva andare a dire a 300mila fans in lutto ed in delirio che il loro beniamino era stato ucciso. C’erano inoltre tre o quattro sospettati e ovviamente non poteva essere fatto il loro nome poiché sarebbero stati linciati.
Prima di Elvis Presley, la cittadina di Memphis, nel Tennesee, era stata teatro dell’ uccisione di Martin Luther King. Il sindaco pensò che se fosse venuta fuori la notizia dell’ uccisione di Elvis, Memphis sarebbe stata conosciuta come la città della morte”.
Anche queste rivelazioni faranno parte dello show di domani e potranno essere lette in anteprima proprio a Piacenza. Al Palabanca verranno infatti presentati i due capitoli più importanti del libro della Leigh, tradotti da Marco Barbaschi il quale ha anticipato che nel 2015 una delegazione piacentina si recherà a Memphis e Nashville, toccando Winter Garden, cittadina dove vive Suzanna Leigh.